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Ricerca: Unipd, terremoti, cosa succede quando sono distruttivi (2)

AdnKronos

(AdnKronos) - Perché il “motore dei terremoti” funziona proprio in questo modo? È possibile mettere in moto il motore dei terremoti in laboratorio e osservarne il funzionamento? Perché, potremmo chiederci, la maggior parte dei terremoti rimane piccola, ma in alcuni rari casi la rottura sismica si espande sempre di più fino a generare terremoti distruttivi? "Abbiamo provato a rispondere a queste domande effettuando degli esperimenti con un apparato sperimentale chiamato ROSA (ROtary Shear Apparatus) installato presso il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova – spiega il prof. Giulio di Toro - ROSA infatti è in grado, mettendo a contatto due provini di roccia di circa 2.5 cm di diametro, di riprodurre le straordinarie condizioni di deformazione (immaginate la pressione esercitata da una colonna di roccia alta chilometri) raggiunte in una faglia durante un terremoto. I blocchi di roccia scivolano l’uno sull’altro a un metro al secondo e sotto una pressione che può raggiungere qualche migliaio di atmosfere. Lo sfregamento di questi blocchi rocciosi controlla la meccanica del terremoto e l’attrito che ne consegue determina le dimensioni dell’evento sismico". Gli scienziati hanno scoperto che sulle superfici di faglia, sotto queste sollecitazioni, possono venire prodotti nanosilicati. In particolare, spesso si tratta di nanoparticelle di quarzo delle dimensioni di dieci-cento miliardesimi di metro.