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Mafia: Dda Palermo, Cupola non si riuniva da 25 anni
Palermo, 4 dic. (AdnKronos) - La Cupola di Cosa nostra non si riuniva da "almeno 25 anni". Ne sono convinti i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che hanno coordinato l'indagine, denominata 'Cupola 2.0' che oggi ha portato al fermo di 46 persone. "A seguito della scomparsa di Bernardo Provenzano e, soprattutto, di Salvatore Riina, risulta invece essere stata ricostituita nella sua piena natura, la riunione periodica dei capi-mandamento, storicamente denominata Commissione provinciale di cosa nostra", dicono gli inquirenti. Provenzano "è stato fino al momento della sua cattura (11 aprile 2006) il capo riconosciuto dell’organizzazione, il punto di equilibrio tra tutte le sue varie componenti ed il riferimento essenziale attraverso il quale passavano tutte le decisioni sulle questioni di interesse generale o, comunque, di maggior rilievo - si legge nel provvedimento di fermo - Nel perdurare dello stato di detenzione di molti dei maggiori esponenti dell’organizzazione, il potere effettivo di direzione e di elaborazione delle linee strategiche fondamentali si era concentrato nelle mani di pochi soggetti, spesso al di là o del tutto indipendentemente dalle cariche formali ricoperte (Salvatore Lo Piccolo, fino al momento della sua cattura, con l’aiuto del figlio Sandro aveva esteso la sua influenza in gran parte della zona occidentale della città, ben al di là del mandamento di Tommaso Natale, e riuscendo ad estendere tale potere fino almeno all’importante mandamento di Brancaccio; Benedetto Capizzi, al di là del suo ruolo di vertice nel mandamento di S. Maria di Gesù, fino al suo arresto nel procedimento Perseo ha svolto un ruolo decisivo nelle vicende dell’organizzazione in buona parte della città di Palermo tanto da organizzare più riunioni tra esponenti di vertice di diversi mandamenti al fine di avviare proprio la effettiva ricostituzione della Commissione Provinciale di Cosa nostra; analogo ruolo ha svolto, fino al suo arresto, Alessandro D'Ambrogio a capo dell’importante mandamento di Porta Nuova)".