cronaca

Ladro ucciso, "morto per choc emorragico"

AdnKronos

Arezzo, 30 nov. - (AdnKronos) - Vitalie Tonjoc, ucciso a Monte San Savino (Arezzo) durante un tentativo di furto, sarebbe morto per uno choc emorragico. E' quanto emerge dai primi risultati dell'autopsia sul corpo del 29enne moldavo che l'equipe di medicina legale dell'Università di Siena ha svolto oggi all'obitorio dell'ospedale San Donato di Arezzo. Mercoledì notte poco prima delle 4 Tonjoc era stato raggiunto da due dei cinque colpi di colpi di pistola esplosi da Fredy Pacini, il titolare della ditta di gomme nella quale il moldavo era entrato in piena notte sfondando una vetrata con un piccone. Uno dei proiettili, secondo i risultati dell'autopsia, ha colpito il 29enne vicino a un ginocchio, mentre l'altro è andato più in alto, rimanendo conficcato nella coscia vicino al bacino, come evidenziato dalla tac. Questo secondo colpo potrebbe aver leso la femorale causando un'emorragia interna. Il colpo all'altezza del ginocchio avrebbe raggiunto frontalmente Tonjoc, l'altro, quello in prossimità del bacino, sarebbe stato un colpo frontale-laterale e sarebbe stato quello mortale. Intanto proseguono in ogni direzione le ricerche del presunto complice del 29enne moldavo. Gli investigatori ritengono, infatti, che Tonjoc non fosse solo nel tentativo di portare a termine il furto nell'azienda di Monte San Savino. Le indagini sono coordinate dal pm Andrea Claudiani della Procura di Arezzo. Il sostituto procuratore ha iscritto nel registro degli indagati Fredy Pacini per eccesso colposo di legittima difesa. PACINI NON RISPONDE A PM - Questo pomeriggio Pacini si è avvalso della facoltà di non rispondere in occasione dell'interrogatorio davanti al pm della procura di Arezzo Andrea Claudiani. E' quanto hanno riferito i legali del commerciante savinese all'uscita dal Palazzo di giustizia di Arezzo. Il gommista è assistito dagli avvocati Alessandra Cheli e Giacomo Chiuchini. I difensori di Pacini hanno spiegato che aspetteranno la relazione sull'autopsia, attesa tra 60 giorni, e che hanno chiesto al pm di effettuare un sopralluogo nella ditta del loro assistito. Nell'immediatezza del fatto, il commerciante aveva riferito ai carabinieri la sua versione dell'accaduto, ma lo aveva fatto in assenza dei legali, cosa che ha reso inutilizzabili le sue dichiarazioni.