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Calcio: giudice sospeso, magistrati 'scambio di favori dietro no a crac Palermo'
Palermo, 26 nov. (AdnKronos) - Giuseppe Sidoti, il giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Palermo, sospeso dalle sue funzioni per un anno nell'ambito dell'indagine della Procura di Caltanissetta, pur essendo legato da un rapporto di "conoscenza e di estrema confidenza" con Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo Calcio, non si astenne dall'incarico di relatore nell'ambito della procedura pre fallimentare della società. E' l'accusa della Procura di Caltanissetta per la quale dietro il no al crac della società calcistica ci sarebbe stato uno scambio di favori. La sentenza che salvò dal fallimento il Palermo Calcio, insomma, secondo i magistrati nisseni fu pilotata. Il collegio investito della decisione sull’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Palermo (composto, tra gli altri, proprio da Sidoti) nominò, insieme ad altri esperti, quale proprio consulente, Daniele Santoro, a sua volta "legato da rapporti professionali pluriennali con Giammarva". Inoltre, durante le intercettazioni tra Sidoti e Santoro è apparsa "la volontà del giudice di orientare l’esito del procedimento in senso favorevole alla società". In particolare, Sidoti avrebbe impartito al consulente "una serie di direttive finalizzate a non far emergere nell’elaborato peritale criticità delle quali entrambi erano a conoscenza, con riguardo in particolare alla fittizietà dell’operazione di cessione da parte della U.S. Città di Palermo Spa ad Alyssa S.A. (società di diritto lussemburghese riconducibile sempre a Zamparini) delle quote di Mepal spa (società detentrice del marchio della U.S. Città di Palermo S.p.A.) per 40 milioni di euro e alla solvibilità della stessa Alyssa S.A. e di Gasda (holding del gruppo Zamparini, fideiussore del credito di Alyssa S.A.).