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Mafia: blitz San Cataldo, le mani dei boss sugli appalti del Comune (2)

AdnKronos

(AdnKronos) - Dalle attività di intercettazione, inoltre, è emerso il ruolo di Paolo Iannello, già a capo dell’ufficio tecnico comunale di San Cataldo, che insieme al figlio Davide Francesco, aveva raggiunto "accordi corruttivi con Liborio Lipari, amministratore della società Ecolgest per turbare la regolarità amministrativa della gara ad evidenza pubblica e consentirne l’aggiudicazione (effettivamente avvenuta) alla ditta 'Multiecoplast' di Messina". Già con l'operazione 'Perla nera bis' nell'ottobre del 2017 erano stati arrestati il dipendente pubblico Daniele Silvio Baglio e l'imprenditore Salvatore Ficarra. Le due indagini hanno così permesso di far luce su un 'comitato d’affari' composto da funzionari comunali e imprenditori locali, in alcuni casi contigui alla famiglia mafiosa, in grado di condizionare pesantemente le più rilevanti gare d’appalto espletate nel Comune. La custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsioni aggravate è stata disposta dal gip nei confronti di Giocchino Chitè, Calogero Maurizio Di Vita (attualmente detenuto), Raimondo Scalzo e Massimo Scalzo, Luigi Vivacqua, tutti ritenuti dagli investigatori soggetti organicamente inseriti nel clan di San Cataldo. Sono, invece, considerati contigui alla famiglia mafiosa Cristian Ivan Callari, Alessandro Scalzo e Angelo Giumento, attualmente ai domicliari per altra causa. Anche per loro si sono spalancate le porte del carcere, così come per Domenico Terenzio, il carabiniere in servizio alla Tenenza di San Cataldo, che secondo gli investigatori informava il clan sull'esistenza di indagini a loro carico.