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Il Centro diabetologico salva la vita

Rimini, 16 mag. (Dall'inviata dell'AdnKronos Salute Adelisa Maio) - Il Centro diabetologico salva la vita. E' la conclusione di una recente metanalisi di studi italiani, pubblicata sul numero di maggio della rivista 'Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease' e illustrata al 27.esimo Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia, che si apre oggi a Rimini. L'analisi, basata su dati prospettici raccolti in Lombardia (7 Asl), Veneto (Verona) e Piemonte (Casale Monferrato), ha evidenziato che fra le persone con diabete assistite anche nei centri specialistici, la mortalità per tutte le cause è più bassa del 19%. Sono oltre 500 i centri distribuiti in tutt'Italia. Secondo i risultati, dunque, basta assistere solo 17 pazienti per 10 anni in un Centro diabetologico per prevenire un evento fatale, sottolineano gli esperti, denunciando che però al momento solo metà pazienti vi ha accesso. "Si tratta di un dato molto rilevante - commenta Enzo Bonora, past-president della Sid e primo autore dell'articolo - perché sovrapponibile o addirittura migliore di quello osservato in prevenzione secondaria usando le statine per ridurre il colesterolo, oppure gli Ace-inibitori per ridurre la pressione arteriosa. Queste classi di farmaci sono considerate 'salvavita' e, analogamente, la visita in un Centro diabetologico dovrebbe essere a pieno titolo considerata un 'salvavita'". Sulla base dei risultati dell'indagine, spiegano ancora gli esperti, "è possibile stimare che la piena applicazione del Piano nazionale diabete - che raccomanda visite periodiche dei pazienti in centri diabetologici - porterebbe nell'arco del prossimo decennio a evitare la morte di circa 150 mila persone con diabete, circa 15 mila ogni anno". "Non si tratta solo di migliorare il controllo del diabete o di avere accesso ai farmaci più moderni - commenta Bonora - ma evidentemente anche di allungare la vita delle persone con diabete, grazie al contributo degli specialisti che lavorano a fianco dei medici di famiglia". Tra l'altro, il dato dell'impatto dell'assistenza specialistica sulla mortalità non è disponibile per altre discipline specialistiche, rivendicano i diabetologi. Peccato che "al momento attuale - afferma Giorgio Sesti, presidente della Sid - solo la metà delle persone con diabete frequenta i centri diabetologici. Visti questi risultati, sarebbe raccomandabile che anche gli altri cominciassero a frequentarli. Per assistere adeguatamente i quasi 4 milioni di italiani con diabete, i centri diabetologici dovrebbero essere però potenziati e, laddove necessario, riorganizzarsi per poter essere in grado di assistere un maggiore numero di pazienti". Il diabete, denuncia in conclusione, "è stato declassato a malattia cronica gestibile dai medici di famiglia. Le evidenze dimostrano come invece sia necessaria la presenza dello specialista nel team di cura".