cronaca

Con medici e farmacisti 'psicologi' -40% disturbi colon irritabile

Roma, 8 mag. (AdnKronos Salute) - Contro la sindrome dell'intestino irritabile informazione e ascolto possono fare molto: medici di famiglia e farmacisti un po' 'psicologi', che supportano il paziente e lo informano sul 'funzionamento' del disturbo di cui soffrono, possono aiutare a ridurre i sintomi fino al 40%. Lo spiega Enrico Corazziari, docente di gastroenterologia all'università Sapienza di Roma, autore del libro "Noi e il nostro intestino", edito da Aboca, che si propone come strumento per arrivare ad affrontare in maniera consapevole i disturbi intestinali legati ad una patologia diffusa ma spesso sottovalutata anche dai medici. "Un rapporto ottimale con il medico e, nei casi più lievi, con il farmacista - dice all'Adnkronos Salute Corazziari - può ridurre lo stato di ansia, di preoccupazione che ha il paziente e quindi fare migliorare i sintomi anche fino al 40%". Questo disturbo, infatti, non può essere evidenziato da analisi o marcatori fisici. E quindi la diagnosi passa solo per un'attenta valutazione clinica del medico. Inoltre è un disturbo cronico ricorrente che, però, non sappiamo quando colpirà. "L'ansia diventa compagna di viaggio. Il paziente ha l'ansia legata al dolore e al malessere. Ma anche l'ansia dell'attesa, perché non sa quando arriverà un nuovo attacco. Si crea un circolo contro il quale il medico può fare molto. Spiegando perché succede questo. E così ridurre l'ansia che crea lo stress e che, a sua volta, peggiora il disturbo. Le terapie, poi, possono ridurre ulteriormente i sintomi". Il libro "Noi e il nostro intestino", spiega ancora l'autore, ha l'obiettivo "di parlare ai pazienti ma anche ai medici, che spesso hanno considerato la sindrome di 'second'ordine' perché si tratta di una malattia che riduce fortemente la qualità della vita del paziente, ma non è mortale". Nella prima parte del volume Corazziari racconta l'esperienza di alcune persone che hanno dovuto affrontare la malattia, con tutte le difficoltà quotidiane e di vita. Nella seconda parte, poi, il medico risponde alle domande di questi pazienti, offrendo loro gli strumenti giusti per poter conoscere meglio la sindrome e i meccanismi che la scatenano. Facilitando così la gestione e la convivenza con il disturbo.