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Lombardia: a Pirellone convegno su violenza sessuale in carceri e su minori

Milano, 3 mag. (AdnKronos) - "Nelle carceri, dove esiste una condizione di sovraffollamento con la Lombardia che vanta il triste primato nazionale del 134,2%, si verificano spesso casi di stupro nei confronti di giovani detenuti, che per paura o per vergogna non denunciano quasi mai. Spesso i casi non vengono denunciati anche perché esiste una omertà che coinvolge tutti: guardie carcerarie e carcerati stessi, oltre alle strutture mediche. Molto alto è anche il rischio di diffusione di gravi malattie infettive come l’Hiv, per cui dobbiamo porre l’attenzione sulla necessità di distribuire preservativi nelle carceri. Ma ancora più prioritario e importante è assicurare la possibilità che i detenuti possano avere rapporti sessuali costanti con i propri partner, come avviene in altri Paesi, facilitando così il mantenimento del legame all’interno del nucleo familiare". Lo ha sottolineato questa mattina il difensore regionale della Lombardia Carlo Lio, che esercita anche le funzioni di garante dei detenuti, aprendo il convegno 'Il Silenzio degli Innocenti' al Belvedere di Palazzo Pirelli, a Milano. Il convegno si è rivelato un'occasione utile per fare il punto della situazione in Italia e in Lombardia sui casi di violenza sessuale ai danni dei minori e per mettere a sistema le procedure giudiziarie e gli interventi sociali e di psicoterapia indirizzati alle vittime a agli autori degli abusi e delle violenze: "Una particolare attenzione merita infine la situazione dei cosiddetti sex offenders, gli autori di reati sessuali che nella cultura carceraria vengono considerati infami e quando entrano in carcere vengono rinchiusi in reparti protetti, isolati dal resto dei detenuti". In questo campo, ha evidenziato Carlo Lio, "il carcere di Bollate rappresenta un esempio e un punto di riferimento nazionale: qui infatti anche a questa tipologia di detenuti vengono offerte opportunità lavorative, formative e socio riabilitative. In questo carcere i sex offenders seguono un percorso terapeutico annuale in un’unità specializzata, in modo da potere vivere insieme agli altri detenuti e seguire un percorso riabilitativo vero e compiuto".