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Ricerca: Uninpd, è di 10 mila anni fa la prima salatura per conservare il cibo (3)
(AdnKronos) - (Adnkronos) - I resti di faune rinvenuti nei pozzetti suggeriscono che la pesca d’acqua dolce contribuiva per più del 90% all’alimentazione della popolazione. Le indagini scientifiche condotte da Lara Maritan, prima firmataria dell’articolo, e Gregorio Dal Sasso, entrambi del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, Paola Iacumin e Giampiero Venturelli (Università di Parma), Andrea Zerboni (Università di Milano) e Veerle Linseele (Università di Leuven) hanno analizzato un ampio campione di ossa di pesce (alcune in connessione anatomica) preventivamente individuate per famiglia di appartenenza, e alcuni frammenti di ceramica misurando in entrambe un’alta percentuale di sale. La scoperta della presenza di cristalli di sale su alcune ossa ha suggerito la possibilità che quel sale fosse stato aggiunto appositamente per salare il pesce e conservarlo nei contenitori di ceramica, prodotti da queste popolazioni, e caratterizzati da elaborate decorazioni. Il sale, chimicamente analogo al comune sale da cucina si presenta in cristalli regolari che rivestono la superfice delle ossa di pesce e dei contenitori in ceramica. La presenza di questi cristalli di sale non è in alcun modo conciliabile con processi naturali di deposizione. Per questo, lo studio ha considerato come confronto la presenza di sale su alcuni pesci di acqua dolce, tradizionalmente conservati per salatura lungo le sponde del Lago di Como (i missoltini), evidenziando straordinarie analogie con i cristalli di sale osservati sui resti di pesce da Al Khiday.