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Mafia: arresti Trapani, Cosa nostra investe nella ristorazione e nelle produzioni agricole (2)
(AdnKronos) - L’azienda agricola, di proprietà della moglie di Antonio Salvo, nipote dei noti esattori salemitani, i cugini Nino e Ignazio Salvo, "sotto la regia di Cosa nostra trapanese, veniva formalmente acquistata all’asta da Roberto Nicastri, ritenuto prestanome del fratello Vito, noto imprenditore del settore eolico, già sorvegliato speciale di p.s., e arrestato oggi, per poi essere ceduta alla Vieffe per l’importo di 530.000 euro". Il prezzo di vendita reale dei terreni "è stato - per gli inquirenti - notevolmente superiore a quello dichiarato negli atti notarili e la differenza, pari a oltre duecentomila euro, sarebbe stata incassata dagli uomini di cosa nostra per la loro attività di “intermediazione immobiliare”". Ad aiutare gli investigatori nelle indagini sono state anche le dichiarazioni del collaborante Lorenzo Cimarosa "corroborate dall’attività d’intercettazione svolta dagli inquirenti", secondo cui "parte di tale somma sarebbe stata destinata da Gucciardi e Gondola, già reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, al mantenimento del latitante Matteo Messina Denaro, che l’avrebbe ricevuta per il tramite proprio di Cimarosa e Franceco Guttadauro, nipote prediletto del latitante, in atto detenuto". Gucciardi "avrebbe inoltre costretto l’originaria proprietaria dei terreni a rinunciare ai propri diritti di reimpianto dei vigneti insistenti sulla tenuta agricola, onde consentire agli imprenditori di San Giuseppe Jato di ottenere finanziamenti comunitari per seicentomila euro circa, in parte distratti per pagare il prezzo d’acquisto della tenuta stessa".