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Mafia: Agrigento, Gdf sequestra a imprenditore beni per 120 milioni euro (2)

(AdnKronos) - "Con il consenso di Giuseppe Falsone - dice la Guardia di Finanza - il boss di Campobello di Licata, considerato in passato il capo di Cosa Nostra agrigentina, Calogero Romano ha, inoltre, fornito alle aziende riconducibili a Angelo Di Bella e Vincenzo Leone, appartenenti alla famiglia mafiosa di Canicattì (Agrigento), il calcestruzzo necessario alla realizzazione dei lavori di costruzione del noto centro commerciale “Le Vigne”, sito tra le città di Agrigento e Caltanissetta, ai medesimi “consentito” sotto il diretto controllo della famiglia mafiosa egemone sul territorio. I finanzieri hanno peraltro accertato come per l’edificazione del centro commerciale, Romano abbia fatto sistematico ricorso a sovrafatturazioni delle forniture di calcestruzzo, al fine di precostituirsi “fondi neri" necessari al sostentamento della famiglia mafiosa di Canicattì". "A conclusione degli accertamenti economico-patrimoniali svolti dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, è stata - in definitiva - dimostrata una ingente sperequazione fra redditi leciti, patrimoni accumulati ed investimenti effettuati da Calogero Romano - dice la Finanza - sulla base della quale è stata applicata la misura patrimoniale del sequestro finalizzato alla confisca in capo allo stesso, anche mediante l’interposizione dei familiari, di 10 aziende di cui 2 ditte individuali e 8 società, decine di automezzi; 16 rapporti bancari e 119 immobili (tra terreni e abitazioni).