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Palermo: nero cacciato da bar, Darawsha 'storia triste che fa tornare a tempi bui'

Palermo, 3 mar. (AdnKronos) - "E' una storia triste che mi ha molto amareggiato e che ci fa tornare a tempi bui. Pensavamo che le discriminazioni legate alle differenze di etnia e colore della pelle fossero cose di altri tempi, invece, con i fascismi che crescono stanno tornando in superficie". Adam Darawsha, medico palestinese laureatosi a Palermo e primo presidente della Consulta delle Culture, l'istituzione che promuove la partecipazione politica delle comunità straniere nel capoluogo siciliano, non nasconde la sua amarezza dopo la storia del giovane di colore, Yacoub Said, allontanato da un bar in pieno centro a Palermo mentre si stava sedendo per prendere un caffè. "La situazione in Italia ma anche nel resto dell'Europa non è positiva. E' una vicenda grave che va condannata senza se e senza ma" dice all'Adnkronos il giovane medico che da oltre 15 anni vive in città. Una storia, però, che lo ha sorpreso. "Da tanti anni vivo qui -racconta- e non sono mai stato vittima di episodi di razzismo o intolleranza, né mai vi ho assistito. La xenofobia non fa parte del bagaglio culturale di Palermo e della Sicilia, che da sempre sono molto accoglienti". Per Darawsha, l'episodio denunciato su Facebook da Yacoub Said, però, è "il segno di una grandissima ondata di ignoranza che noi tutti abbiamo l'obbligo di affrontare rimanendo uniti contro questi atteggiamenti e facendo quadrato attorno alle vittime". Il titolare del bar, intanto, si è scusato con il giovane cliente di colore. "Ci dispiace per quello che è accaduto, ma noi non siamo razzisti -ha spiegato all'Adnkronos-. Il cameriere ha fatto allontanare il ragazzo nero perché pensava che fosse un mendicante, o un vucumprà che voleva vendere della merce ai clienti". "La scusa è più razzista del gesto perché è piena di pregiudizi" conclude il medico palestinese, ma "vinceremo la battaglia contro ogni forma di razzismo e ignoranza".