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Sicilia: Maggio (LeU), Musumeci getta nel caos società partecipate

Palermo, 8 feb. (AdnKronos) - "ll Presidente Musumeci sta gettando nel caos tutte le società partecipate della Regione. Lo spoil system non può essere considerato come un ‘ammortizzatore politico’, ma come uno strumento per scegliere persone capaci e competenti”. Lo dice Mariella Maggio, esponente di Liberi e Uguali, candidata nei collegi uninominale e proporzionale Sicilia 1, "in merito alle recenti revoche e sostituzioni degli amministratori deliberate nelle assemblee sociali", dice. “Musumeci – aggiunge – ha piazzato quasi a caso dirigenti regionali e capi di gabinetto in tutti i consigli di amministrazione, dichiarando, nel contempo, che si tratta di nomine provvisorie, in attesa delle prossime elezioni nazionali”. “Tali nomine provvisorie – continua – spacciate con la volontà di non interferire nella campagna elettorale, in realtà manifestano la determinazione di considerare la governance delle società partecipate unicamente come collocazioni di sottogoverno, dove sistemare eventuali trombati, scontenti o tenutari di pacchetti di voti dopo il risultato delle urne riguardante, peraltro, una consultazione elettorale nazionale che nulla avrebbe a che vedere con la gestione delle partecipate della Regione Siciliana”. “È sempre la stessa storia – spiega Mariella Maggio – la valutazione sui risultati ottenuti dai precedenti amministratori, le competenze e professionalità di quelli nuovi da nominare, le strategie d’impresa … non hanno alcun valore nelle valutazioni che portano alle scelte in questo campo. Vale solamente l’appartenenza politica e la ramificazione degli assetti di potere e clientelari da mantenere”. “Inoltre – conclude – le nomine transitorie appena attuate presentano anche possibili profili di illegittimità, in quanto la legge “Madia” vieta espressamente che i dirigenti delle amministrazioni pubbliche controllanti possano amministrare enti e società da esse controllate. Ciò comporta che, con ogni probabilità, i nuovi amministratori sono di fatto incompatibili con gli incarichi loro affidati, con la conseguente paralisi amministrativa delle società loro affidate”.