sicilia

Mafia: minacce ed estorsioni a imprenditori, sei arresti nel palermitano

Palermo, 30 gen. (AdnKronos) - E' in corso dall'alba di oggi una maxioperazione antimafia condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo che hanno arrestato sei persone. Sono accusate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata ai danni di operatori economici della zona. Il provvedimento "si basa sulle risultanze investigative acquisite dai Carabinieri della Compagnia di Bagheria nell’ambito dell’indagine denominata “Legame” che ha permesso di accertare l’appartenenza di alcuni degli arrestati a Cosa Nostra e di ricostruire episodi estorsivi commessi da suoi affiliati ai danni di operatori economici del territorio di Bagheria", spiegano gli inquirenti. Le indagini, sviluppate mediante attività tecniche, servizi di osservazione, pedinamento e controllo e con il supporto dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che in passato avevano occupato ruoli apicali nel Mandamento di Bagheria, hanno permesso di cristallizzare l’appartenenza di alcuni degli arrestati alla famiglia mafiosa di Bagheria, "sempre capace di riorganizzarsi dopo ogni operazione di polizia, con l’immediata sostituzione degli accoliti arrestati". Tra questi figura Paolo Liga, nipote di Giuseppe Scaduto, ritenuto, quest’ultimo, "Capo del Mandamento mafioso di Bagheria, arrestato lo scorso mese di ottobre nell’ambio dell’operazione “Nuova Alba” condotta sempre dai carabinieri di Bagheria". Liga "era costantemente in contatto diretto con i vertici del mandamento, ne custodiva e gestiva l’arsenale unitamente ad altri indagati tra cui Salvatore Farina - dicono ancora gli investigatori - composto da pistole, fucili e mitragliette con matricola abrasa, nonché aveva la funzione di agevolare i contatti con Cosa Nostra palermitana e trapanese, compreso il boss latitante Matteo Messina Denaro. Lo stesso Liga si adoperava nella gestione diretta delle attività estorsive consumate ai danni degli operatori commerciali della zona, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati arrestati nell’operazione, i fratelli Claudio e Riccardo De Lisi, a lui gerarchicamente sottoposti".