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Pfas: assessore veneto, 34 ricorsi ma la Regione va avanti, siamo presi a modello (2)
(AdnKronos) - (Adnkronos) - “Come Veneto siamo ora presi a modello – ha detto l'assessore – ma siamo stupiti che di una problematica tanto delicata se ne parli come se esistesse solo in Veneto e ci poniamo anche altre domande: cosa stanno facendo le altre Regioni? Cosa fanno le associazioni ambientaliste nelle altre Regioni? Cosa fanno i Ministeri competenti? Forse il problema è stato sottovalutato ma è fondamentale che intervenga una normativa nazionale e anche europea per affrontare il problema in maniera organica e rendere più gestibili anche i ricorsi". Da parte sua il sindaco di Trissino ha evidenziato che la situazione sul piano dei contenziosi ha in sé qualcosa di surreale. “Noi però con il supporto della Regione e dell’Arpav – ha aggiunto - riteniamo di avere il dovere morale di far luce su questa vicenda e di dare risposte ai cittadini, operando nel rispetto delle normative, anche se manca a livello nazionale l’indicazione di limiti per la presenza di Pfas nelle acque. Nonostante i ricorsi non arretreremo di un millimetro”. Il direttore generale dell’Arpav ha fatto presente che finché si è trattato di dare indici sanitari per l’utilizzo dell’acqua potabile non si sono registrate obiezioni, che sono state sollevate invece nel momento in cui sono stati posti indici di carattere ambientale andando a toccare i privati. Ha poi confermato che con l’utilizzo dei filtri sugli acquedotti si è arrivati a zero Pfas nelle acque della zona rossa. Questi filtri vanno però sostituiti ogni due mesi con un costo elevato (2-3 milioni annui). Per questo è stato richiesto lo stato di emergenza che consentirebbe di sbloccare i fondi – finora solo annunciati - e poterli spendere in maniera rapida per realizzare nuovi allacciamenti per portare acque pulita nelle zone inquinate.