Basilicata

Basilicata: la scaramanzia diventa turismo nel paese che non si puo' nominare (2)

(Adnkronos) - Vedendolo infatti penzoloni o poco sicuro, avrebbe detto qualcosa come "quello li' tra poco crolla". Il guaio e' che, stando alla storia che si racconta, il lampadario cadde davvero e s'infranse. Non solo, provoco' anche un grosso incendio. E da quel momento, soprattutto per i materani, il paese fu "segnato". Se questo e' molto probabilmente un chiacchiericchio di paese, ingigantito per le solite ragioni di campanile, e' possibile che la particolare etichetta di portare male, o, se si vuole dirlo nel politicamente corretto, di non portare bene, al paesino della valle del Sinni piu' probabilmente e' stato affibbiato perche' l'antropologo Ernesto De Martino dedico' un capitolo del suo "Sud e magia", uno studio che esplora il persistere nella Lucania profonda di pratiche di magia cerimoniale, tra fatture, possessioni, esorcismi e fascinazione stregonesca. E' anche vero che De Martino giro' molti luoghi della Basilicata e gia' Carlo Levi, nelle pagine di "Cristo si e' fermato a Eboli", scolpi' i ritratti di consuetudini locali legate alla magia e alla superstizione, tuttavia solo Colobraro ha "guadagnato" tale vulgata. E cosi' l'amministrazione comunale e le associazioni culturali del posto hanno deciso di sovvertire tale etichetta usandola come un boomerang per un effetto contrario, ottenendo dei vantaggi per far conoscere davvero il paese e per smentire le leggende. Nel contempo, e' stato creato un modo per far arrivare gente a Colobraro che altrimenti se ne sarebbe guardata bene. Giocando in attacco, anziche' in difesa, Colobraro riesce a combattere la triste nomea che ancora resiste. (segue)