cronaca
Reggio Calabria: imprenditore denunciò banche, costretto a chiudere azienda
Reggio Calabria, 9 dic. (AdnKronos) - Ha denunciato le banche per usura ottenendo una sentenza definitiva che gli dà ragione, ha subito diversi attentati ma ora si vede costretto a chiudere una delle aziende del suo gruppo nonostante il mercato di riferimento sia in espansione. Da oggi i 43 dipendenti della De Masi Costruzioni sono in sciopero della fame, alla fine del mese col termine della cassa integrazione si ritroveranno senza lavoro. Il problema principale delle aziende, che fino a qualche anno fa contavano 280 dipendenti e a breve si troveranno a occuparne circa cento, è la chiusura dell’accesso al credito. La difficile vicenda ha inizio tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila quando l’imprenditore Antonino De Masi si accorse “che le banche avevano applicato interessi per sei milioni di euro sulle anticipazioni per erogazioni pubbliche”. Subito dopo la lettera di chiarimenti, inoltrata anche alla Procura della Repubblica, gli istituti di credito chiusero i conti correnti. Da qui l’inizio di un’odissea ancora non terminata. Nel 2011 la Corte di Cassazione ha dato ragione a De Masi “riconoscendo che le banche sono responsabili dell’operato dei propri dipendenti”, spiega l’imprenditore all’Adnkronos, ma ancora il risarcimento non è stato perfezionato. “Io non chiedo aiuti né favori - continua De Masi - ma solo giustizia, chi ha rubato deve pagare. Questi soggetti hanno rovinato la mia vita, chiedo che vengano puniti secondo legge”.