Veneto

Burundi: parenti suor Olga raccontano, la sua vita era l'Africa

Vicenza, 8 set. - (Adnkronos) - "La sua vita era l'Africa. Anche l'ultima volta che era rientrata in Italia per curarsi un ginocchio non ha voluto sentire ragioni e, nonostante il parere contrario del medico, è voluta ripartire". A raccontarlo all'Adnkronos é Giuliano Raschietti, uno dei nipoti di Olga, una delle tre suore uccise in Burundi. "L'Africa era tutta la sua vita e in un'occasione ci disse che sarebbe voluta rimanere lì anche dopo la morte". Suor Olga Raschietti era originaria di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza e proprio la Diocesi ha voluto ricordarla pubblicando sul sito una sua lettera."Oggi si parla spesso di testimoniare il Vangelo, cioè Gesù. Nella mia giovinezza, fin da bambina - scriveva la missionaria - queste parole racchiudevano i miei desideri più grandi. Sentivo e sento ancora che è questo desiderio profondo che mi ha portato fino in Africa per parlare di Gesù. Per questo nel 1956 ho lasciato la mia famiglia e sono entrata tra le Missionarie di Maria saveriane per consacrarmi a Gesù per la missione e per tutta la vita. La scelta di vivere questa consacrazione è un dono, mi rende già madre con Gesù per tutto il popolo africano che amo". "Per questo - scriveva suor Olga prima di lasciare l'Italia - riparto con gioia per l'Africa, con il desiderio di continuare a comunicare la Parola di Dio e testimoniare il suo grande amore per noi, per tutti. Sento fortemente che per una vera missione è necessaria la preghiera: occorre stare con Gesù per capire la forza del Vangelo, sola forza che può trasformare il mondo e cambiare la storia. Io vorrei trasmetterla a tutta l'Africa con la mia presenza e con gesti semplici della quotidiana fraternità. Tutaonana!, arrivederci".