Cronaca
Immigrati: sindaci provincia Gorizia, no al Cie e ad ampliamento Cara di Gradisca
Trieste, 5 set. - (Adnkronos) - I sindaci di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), sul cui territorio sorgono Cie (Centro di identificazione ed espulsione) e Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) e in pratica dell'intera provincia di Gorizia non desiderano che il Cie sia riaperto e che il Cara vanga ampliato. Pertanto hanno chiesto aiuto alla VI Commissione consiliare regionale presieduta da Franco Codega (Pd) e competente per il tema immigrazione. La ristrutturazione del Cie è quasi conclusa e sebbene sia stato affermato dalle autorità che il Centro non sarà riaperto, ha affermato Codega, i lavori eseguiti suggeriscono che la struttura sarà la medesima, o almeno di medesimo tipo. Il ministro Alfano si è detto favorevole ad applicare lo Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), ma le sue rassicurazioni non bastano, ha proseguito Codega, vogliamo chiarezza sul futuro della struttura di Gradisca. La Regione deve fare la propria parte; noi cominciamo con queste audizioni per sapere cosa pensa il territorio. La denuncia del sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, è che l'edificio non è fatto per essere una struttura di accoglienza e non ha i requisiti minimi per esserlo. Inoltre, affiancare Cie e Cara significa rischiare attriti tra gli ospiti. Il Comune, a fine luglio scorso, ha accolto un ordine del giorno con cui adoperarsi in particolare presso la Prefettura affinché la chiusura del Cie sia definitiva e al contempo il Cara non sia ampliato. (segue)