Toscana

Giglio: Schettino, tutta colpa dei miei ufficiali

Roma, 30 apr. - (Adnkronos) - "Tutta colpa dei miei ufficiali". A dirlo in un'intervista al 'Secolo XIX' e' Francesco Schettino. "La verità - dice Schettino - è quella del codice di navigazione. Stavamo a mezzo miglio dalla costa, e a quella distanza il governo della nave è affidato alla guardia". Secondo Schettino, "nessuno ha segnalato il pericolo. Il primo ufficiale, Ambrosio, che faceva le misurazioni nautiche. Il terzo, Coronica, che guardava il radar. L'ufficiale subentrante, Ursino, che non si capisce cosa facesse. Il timoniere, Rusli Bin… Nisciuno ha fiatato,mi sono accorto io di quello che stava succedendo!". Schettino nega che la nave stesse facendo l'inchino: "Solo un passaggio ravvicinato, lo ripeto, mezzo miglio marino. Invece ci siamo trovati sugli scogli, e non uno a dire: comandà, siamo alla distanza minima! Comandà, attenzione!". Traducendo: ufficiali inadeguati. Quando si accorge che la nave sta andando a sbattere, "scapolo la schiuma e ordino al timoniere di accostare prima a dritta - spiega Schettino - per aggirare lo scoglio, poi a sinistra per evitare che la poppa schiaffeggi il basso fondale. Invece il timoniere sbaglia, alla fine va a dritta. Lo testimonia la scatola nera.Non so cosa gli è preso". La Concordia tocca le famose Scole e comincia a imbarcare acqua. "In quei casi - prosegue Schettino - bisogna mantenere la calma e capire cosa è successo. Verificare i danni nel minor tempo possibile. Ma bisogna utilizzare un linguaggio appropriato nel riportarli, non si può dire: ci sono i quadri elettrici bagnati, o l'ascensore non funziona. Il comandante ha bisogno di informazioni precise per decidere". Poi aggiunge: "Non ho abbandonato la nave. Mi hanno scagionato tutti, usando termini diversi: caduto, scivolato, saltato su una lancia… la verità è che se un piano inclinato s'inclina oltre un certo grado, sei soggetto alla forza di gravità. Se non lo riconosci sei in malafede".