Lombardia

Giochi: Moige, nuovo Governo riempia vuoto normativo su minori

Milano, 19 apr. - (Adnkronos) - Campagne informative, in particolare nelle scuole, per chiarire la pericolosità dell'uso, tra i minori, di videogiochi violenti e, soprattutto, una nuova normativa che colmi le gravi lacune che ancora oggi sussitono. E' l'appello che lancia il Moige a fronte del dato reso noto dall'Isfe secondo cui il 26% dei bambini tra i 6 e i 9 anni usa videogame non adatti alla loro età. Con tutto quel che ne può conseguire. "Ripartiamo con campagne informative e finalmente - dice Elisabetta Scala, vicepresidente del Moige e responsabile dell'Osservatorio Media, all'Adnkronos - riempiamo un vuoto normativo. Speriamo che questo appello possa essere uno stimolo per il nuovo Governo a fare qualcosa che prima altri hanno trascurato". Scala chiarisce che "una legge ben fatta può comprendere una parte positiva e una negativa. Una repressiva che prevede pene ad esempio pecuniarie per chi vende prodotti '+18' a minorenni; quindi una parte informativa che agevoli campagne di informazione". Il vicepresidente del Moige precisa che "oggi c'è una indicazione sull'età e sui contenuti per i videogiochi, ma poi non esiste alcun vincolo di legge in grado di salvaguardare i minori: ecco dunque che il videogioco è consigliato ai maggiori di 18 anni ma non è vietata la vendita ai minori. Questo non solo non tiene lontani i ragazzini dai giochi non adatti alla loro età, ma non dà nemmeno un messaggio chiaro". In sostanza, l'indicazione '+18' o '+14' viene considerata tale "e non una questione di tutela", dunque alla stregua di un consiglio. "Mi capita spesso di parlare con ragazzini che dicono: 'certo io compero soltanto giochi '+18' perchè sono adatti ai più bravi e ai più forti'". Per Scala "la verità è che non si rendono conto. Ed evidentemente neanche i loro genitori. D'altra parte via internet è facile scaricare videogiochi e le vendite illegali sono generalmente alla portata del ragazzino e della relativa paghetta. Tanti i sistemi per aggirare l'ostacolo, ma in molti casi sono proprio i genitori che non controllano perché per primi non se ne rendono conto". (segue)