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Deloitte scopre che la fiducia dei millennial nelle aziende ha preso una svolta secca; si sentono impreparati per l'Industria 4.0

- - Sfiduciati rispetto alle motivazioni e all'etica delle società, i partecipanti al sondaggio chiedono ai leader aziendali di influire in modo positivo sul mondo in generale - Diversità e flessibilità sono valori chiave per fidelizzare le persone, mentre si riducono i livelli di lealtà e la gig economy è in crescita - I millennial e gli appartenenti alla Generazione Z si sentono impreparati per i cambiamenti dell'Industria 4.0: vogliono che le aziende li aiutino a sviluppare le capacità necessarie per avere successo. NEW YORK, 15 maggio 2018 /PRNewswire/ -- Dopo un anno segnato da significativi cambiamenti geopolitici e sociali, i millennial e gli appartenenti alla Generazione Z fanno sentire le proprie preoccupazioni e vogliono che le aziende influenzino in modo positivo il mondo in generale secondo il Settimo sondaggio annuale sui millennnial di Deloitte. Sebben alcuni leader stiano iniziando ad affrontare le problematiche sociali, i millennial sono diventati più scettici in merito alle motivazioni e all'etica delle aziende. I risultati sono il frutto di un sondaggio che ha interessato 10.455 millennial in 36 Paesi. Al sondaggio hanno partecipato anche quasi 1.850 appartenenti alla Generazione Z che hanno espresso le loro opinioni sulle aziende. Gli ultimi due sondaggi di Deloitte avevano suggerito che i millennial si sentivano sempre più positivi in merito alla motivazione e all'etica delle aziende. Tuttavia, nel 2018, si è verificata una drammatica inversione di tendenza quando le opinioni sulle aziende hanno raggiunto il livello più basso in quattro anni. Oggi, meno della metà dei millennial ritiene che le aziende si comportino in modo etico (il 48 per cento rispetto al 65 per cento nel 2017) e che i leader aziendali siano impegnati nell'aiutare a migliorare la società (47 per cento rispetto al 62 per cento). Come già evidenziato negli ultimi sei anni, i millennial, e ora gli appartenenti alla Generazione Z, sono molto in sintonia con il ruolo più ampio che le aziende devono avere nella società, e ritengono sempre di più che il successo delle aziende debba essere misurato non solo in termini di rendimento finanziario. Ritengono che le priorità delle aziende devono essere la creazione di posti lavoro, l'innovazione, il miglioramento delle vite e della professionalità dei dipendenti, e che debbano avere un'influenza positiva sulla società e sull'ambiente. Tuttavia, quando gli viene chiesto quale sia il centro di attenzione delle loro organizzazioni, hanno indicato la creazione di profitti, il supporto delle efficienze, e la produzione o la vendita di beni e servizi, le tre aree nelle quali credono che si debba prestare meno attenzione. Ammettono che le aziende devono fare profitti per poter conseguire le priorità che i millennial desiderano, ma ritengono che le aziende debbano anche intraprendere percorsi per poter conseguire una serie di obiettivi più ampi, insieme al rendimento finanziario. "I risultati del sondaggio di questo anno indicano che i rapidi cambiamenti sociali, tecnologici e geopolitici dello scorso anno abbiano influenzato le opinioni sulle aziende dei millennial e degli appartenenti alla Generazione Z, e che ci debba essere un risveglio di tutti i leader," ha dichiarato Punit Renjen, Amministratore Delegato Deloitte Global. "Queste coorti credono che i leader aziendali abbiano dato troppo valore alle agende delle loro società senza tenere conto dei loro contributi alla società nel suo insieme. Le aziende debbono identificare modi con i quali possono esercitare un impatto positivo nelle comunità nelle quali lavorano e debbano concentrarsi su temi quali diversità, inclusione e flessibilità se vogliono guadagnarsi la fiducia e la lealtà dei lavoratori millennial e della Generazione Z." Il divario di fiducia offre un'opportunità per i leader aziendaliL'opinione che i millennial hanno delle aziende è diminuita vertiginosamente, ma la loro fiducia nei leader politici è ancora più bassa. Quando gli è stato chiesto se alcuni gruppi, tra cui i leader di istituzioni non statali/no-profit, leader aziendali, leader religiosi e leader politici, stessero avendo un effetto positivo o negativo sul mondo, solo il 19 per cento dei millennial ritiene che i politici stiano avendo un effetto positivo (rispetto al 71 per cento che ritiene che l'effetto sia negativo). Di contro, il 44 per cento dei millennial ritiene che i leader aziendali stiano esercitando un effetto positivo, e hanno ancora un po' di fede nella capacità delle aziende di realizzare cambiamenti significativi nella società. Tre quarti dei millennial ritiene che le grandi multinazionali abbiano le potenzialità per risolvere le sfide economiche, ambientali e sociali della società. Questi risultati suggeriscono che i millennial ritengono che sia imperativo per le aziende essere coinvolte nel miglioramento della società, oltre che a creare posti di lavoro e a generare profitti. La lealtà diminuisce; diversità/inclusione, flessibilità le chiavi per la fidelizzazione delle personeI livelli di lealtà sono scesi al punto in cui si trovavano due anni fa. Tra i millennial, il 43 per cento prevede di lasciare il proprio posto di lavoro entro due anni, e solo il 28 per cento pensa di rimanere oltre i cinque anni. Questo rappresenta un divario di 15 punti, con un aumento di sette punti percentuali rispetto all'anno precedente. Tra i millennial disposti a lasciare i loro datori di lavoro nei prossimi due anni, il 62 per cento ritiene che la gig economy sia un'alternativa fattibile al lavoro a tempo pieno. La lealtà è persino inferiore tra i dipendenti emergenti della Generazione Z, con il 61 per cento che dichiara che lascerebbe il posto di lavoro attuale entro due anni se gli fosse data la possibilità di scegliere. Cosa possono fare le aziende per fare affidamento su loro? Sia i millennial che gli appartenenti alla Generazione Z assegnano grande valore a fattori quali tolleranza e inclusività, rispetto e modi diversi di pensare. Anche se il compenso e la cultura attirano questa coorte ai datori di lavoro, diversità, inclusione e flessibilità sono le chiavi per fare in modo che i millennial e gli appartenenti alla Generazione Z siano felici. Coloro che lavorano per datori di lavoro per i quali si percepisce l'esistenza di una forza lavoro diversificata e la presenza di team direttivi senior desiderano, con maggiore probabilità, rimanere per cinque anni o più. E tra i millennial e gli appartenenti alla Generazione Z che hanno partecipato al sondaggio, di coloro che hanno dichiarato di voler rimanere con i loro datori di lavoro attuali, il 55 per cento ha sottolineato la maggiore flessibilità dove e quando lavorano, rispetto a tre anni fa. L'industria 4.0 lascia i millennial e la Generazione con la sensazione di non essere prontiI millennial e la Generazione Z sono estremamente consapevoli di come l'Industria 4.0 stia modificando il posto di lavoro e ritengono che abbia le potenzialità per liberare le persone dalle attività di routine per concentrarsi su lavori più creativi. Tuttavia, molti vivono con disagio il suo arrivo. Il diciassette per cento di tutti i millennial che hanno partecipato al sondaggio e il 32 per cento di coloro che fanno parte di organizzazioni che fanno già ampio uso delle tecnologie dell'Industria 4.0 temono che parte o che la totalità dei loro impieghi possa essere rimpiazzata. Inoltre, meno di 4 millennial su 10 e tre su 10 dei lavoratori della Generazione Z ritengono di avere le capacità di cui hanno bisogno per avere successo, e cercano aziende che li aiutino ad avere successo in questa nuova era. I partecipanti al sondaggio cercano indicazioni che siano molto più ampie della conoscenza tecnica. In particolare, i giovani professionisti stanno cercando di costruire competenze trasversali come la fiducia, competenze per i rapporti interpersonali, e in modo specifico per la Generazione Z un'attitudine all'etica e all'integrità. Secondo loro, tuttavia, le aziende non rispondono alle loro necessità di sviluppo. Solo il 36 per cento dei millennial e il 42 per cento dei partecipanti della Generazione Z ha riferito che i loro datori di lavoro stanno aiutandoli a capire e a prepararsi per i cambiamenti associati all'Industria 4.0. "La variabilità dei livelli di lealtà costituisce un'opportunità unica per le aziende per poter attirare e conservare i talenti in misura maggiore," spiega Michele Parmelee, Deloitte Global talent leader. "Le aziende devono ascoltare quello che i millennial ci stanno dicendo e devono reinventare i modi con cui le aziende si avvicinano alla gestione dei talenti nell'Industria 4.0, prestando nuova attenzione ad apprendimento e sviluppo per aiutare tutti a crescere nelle proprie carriere nel corso della loro vita." "Il sondaggio evidenzia che i millennial e gli appartenenti alla Generazione Z in Cina credono in un futuro migliore, e più dell'80 per cento si aspetta di trovarsi in una condizione migliore rispetto a quella dei loro genitori e pensano che 'Industria 4.0' sarà un supporto per i loro impieghi e non un danno," ha dichiarato Jungle Wong, Deloitte China Chief Talent Officer. "Allo stesso tempo, essi, come i loro pari altrove, tendono a credere che i leader aziendali siano concentrati sulle loro agende e non sulla società nella sua interezza. Fare in modo che gli appartenenti alla Generazione Z siano interessati nel loro lavoro sarà una lotta difficile, più della metà non si aspetta di rimanere nell'impiego attuale per più di due anni, e meno di uno su dieci si aspetta di rimanerci per più di cinque anni." Informazioni sul sondaggioIl rapporto del 2018 si basa sulle opinioni di 10.455 millennial intervistati in 36 Paesi. I millennial che sono stati compresi nel sondaggio sono nati tra gennaio 1983 e dicembre 1994 e rappresentano un gruppo specifico di questa generazione: coloro che hanno un diploma universitario o di scuola superiore, con un impiego a tempo pieno, e che lavorano prevalentemente in grandi organizzazioni private. I millennial stanno occupando sempre più posizioni lavorative avanzate dalle quali possono influenzare il modo in cui le organizzazioni affrontano le sfide della società. Questo rapporto comprende anche le risposte da 1.844 rappresentanti della Generazione Z in Australia, Canada, Cina, India, Regno Unito e Stati Uniti. Gli intervistati della Generazione Z sono nati tra gennaio 1995 e dicembre 1999. Al momento stanno tutti studiando o hanno ricevuto un diploma di primo o di secondo livello. Più di un terzo sta lavorando a tempo pieno (16 percento) o a tempo parziale (21 percento). Informazioni su Deloitte Deloitte indica una o più delle unità Deloitte Touche Tohmatsu Limited ("DTTL"), la propria rete globale e di società associate e le entità a esse correlate. DTTL (indicata anche come "Deloitte Global") e ciascuna delle società associate sono entità legalmente distinte e indipendenti. DTTL non fornisce servizi ai propri clienti. Consultare il sito www.deloitte.com/about per avere maggiori informazioni. Deloitte è un fornitore globale leader di servizi di revisione contabile e di assicurazione, di consulenza, di consulenza finanziaria, sui rischi, fiscale e servizi correlati. La nostra rete di società associate in oltre 150 Paesi e territori serve 4 società su cinque Fortune Global 500®. Per scoprire come le 264.000 persone circa di Deloitte esercitino un'influenza che conta, visitare il sito www.deloitte.com. Logo - https://mma.prnewswire.com/media/690458/Deloitte_Logo.jpg