L'analisi geopolitica
Lucio Caracciolo: "Ecco dove scoppierà la terza guerra mondiale"
Americani, cinesi e russi divergono su tutto, salvo sulla constatazione che non siamo nella terza guerra mondiale ma rischiamo di finirci. Lucio Caracciolo nella sua analisi geopolitica pubblicata su La Stampa spiega che siamo a un passo, mai stati tanto vicini. Secondo il fondatore di Limes il primo passo per evitarla è stabilire dove ci troviamo oggi: "Siamo in piena Guerra Grande. Sfida a tre per il primato mondiale", scrive Caracciolo ripercorrendo quello che è accaduto in questi ultimi mesi. "La Guerra Grande contrappone via Ucraina americani e russi. I primi poggiano su informale impero globale, strutturato sul principio per cui il dominio a stelle e strisce si organizza e difende letteralmente in ogni spazio del pianeta, a cominciare dagli oceani e dagli stretti che li connettono. I secondi – primi quanto ad arsenale nucleare, forse pari nella guerra cibernetica – sono nettamente più deboli in ogni altra dimensione, ma si ribellano armi in pugno al primato americano. E annunciano di volerlo sovvertire intestandosi contro l’Occidente la rappresentanza del Resto del Mondo".
Caracciolo completa il triangolo parlando della Cina, "per l’America unico avversario strategico". E spiega: "In quanto obliquamente associata a Mosca, Pechino obbliga Washington a considerare l’incubo della guerra su due fronti. Ciascuno dei tre antagonisti è freneticamente impegnato a reclutare satelliti da schierare nella partita ogni giorno più dura, mentre altri ambiziosi attori, su tutti Giappone, India, Turchia e Polonia profittano della mischia per guadagnare influenza e prestigio. Infine, ogni soggetto geopolitico degno del nome sta riarmando alla grande". In tutto questo, spiega Caracciolo, " a Washington l’allarme giallo prevale sul russo: li apparati temono che, ispirato alla lezione di Valdimir Putin, Xi possa attaccare Taiwan nel prossimo anno e mezzo". Del resto l’obiettivo di Xi Jinping è quello di chiudere il cerchio avviato nel 1949 da Mao entro il 2049, quando la Repubblica Popolare potrà proclamare compiuta la risalita dal secolo delle umiliazioni subite dopo le guerre dell’oppio (1839-42 e 1856-60). Ma vista l'aria che tira potrebbe succedere molto prima.