Fuori le idee
Centrodestra, basta slogan: servono progetti concreti, la frustata di Formigoni
Quali sono i programmi con cui i partiti si presentano alle elezioni del 25 settembre? Finora abbiamo sentito solo slogan o la ripetizione di vecchie promesse. Invece, mai come questa volta, l'elettore dovrebbe guardare soprattutto ai programmi prima di decidere a chi dare il voto. E soprattutto ai programmi relativi all'economia e ai problemi sociali. Il perchè è molto semplice, tutti gli osservatori preconizzano per l'autunno l'esplodere di una crisi economica più profonda ed estesa di quelle che abbiamo conosciuto in questi decenni. Ciò vale non solo per l'Italia, ma per l'Europa e l'Occidente. «L'economia globale deve fare i conti con prospettive cupe», ha diagnosticato il Fondo monetario internazionale.
L'aumento stratosferico dei prezzi di alcune materie prime non pare destinato a rallentare, la crisi energetica ha già costretto l'Europa a misure straordinarie, anche di razionamento. E se la diminuzione di un grado di temperatura nelle case non deve far paura, il pericolo è che ci sia un razionamento pesante per l'approvvigionamento delle industrie, che potrebbe arrivare anche a uno stop per quelle più energivore. Se poi la guerra in Ucraina dovesse proseguire e volgere a favore della Russia, avremmo ulteriori problemi geopolitici. Per questo non c'è un minuto da perdere. Il governo Draghi ha ripreso a lavorare, andando anche al di là della pura gestione degli affari correnti. Ma è decisivo sapere cosa faranno i vincitori delle elezioni. Mi rivolgo a tutti i partiti ma soprattutto al centrodestra, dato per favorito. Lo invito e gli consiglio di far conoscere presto le sue intenzioni e gli uomini ai quali si affiderà come ministri.
Come affronterà la crisi energetica? Come combatterà l'inflazione? Come intende portare avanti i cruciali impegni del Pnrr, cui sono collegate riforme delicate da realizzare in tempi brevi, pensiamo solo alla legge di concorrenza? E quali politiche europee verranno messe in campo? Di fronte alle ultime terribili crisi (pandemia e guerra) l'Europa ha saputo riscoprire un indirizzo chiaro di solidarietà, che è fondamentale confermare e rafforzare. E sul piano sociale deve finire, a mio avviso, l'epoca degli "aiuti" una tantum, per costruire invece una politica di crescita complessiva del paese: occorrono sostegno alle aziende e politiche del lavoro, aumento della produttività, aumento dei salari. Un ampio programma, non c'è dubbio, ma questo è il tempo giusto. La Frustata sospende le pubblicazioni nel mese di agosto. Torniamo a incontrarci a settembre.