Parola al direttore

Vittorio Feltri all'attacco: ecco perché andare in piazza per Mario Draghi è inutile

Vittorio Feltri

Avremmo dovuto indirele urne,invece sono stateindette (e si sono tenute) su tuttoil territorio italiano manifestazioni in sostegno del premier Mario Draghi, come se lo scendere in pubblica piazza possa convincere il primo ministro a capo di uno sgangherato esecutivo a restare al suo posto e governare pur non avendo più una maggioranza, ossia i numeri.

Siamo di nuovo alla conta delle pecore. Questo accanimento terapeutico su un governo che non è che un aborto della natura fabbricato sotto il segno dell'emergenza, riunendo compagini politiche avverse e dalle posizioni inconciliabili, mi è del tutto incomprensibile sul piano logico e giuridico. Tuttavia, mi rendo conto che, quando si parla di politica, bisogna ragionare in termini di convenienza e opportunismo, allora tutto diventa, se non condivisibile, quantomeno chiaro.
La sinistra è ben consapevole che correre adesso alle elezioni sarebbe un massacro, un bagno di sangue, una carneficina. Essa ha perso il suo alleato, ossia il Movimento Cinque Stelle, quel partito disposto a farsela con tutti pur di stare al potere. Inoltre, Fratelli d'Italia, partito guidato da Giorgia Meloni, seguita a lievitare in maniera esponenziale nei sondaggi. Il centrodestra sarebbe, stando a queste condizioni, assolutamente avvantaggiato rispetto ad una sinistra debole, lontana dal sentimento popolare e dai problemi della gente, presa solamente da battaglie di scarsa rilevanza condotte istericamente, tanto per menzionarne una, quella sullo ius scholae.

Insomma, mentre il Paese boccheggia, e non di sicuro per il caldo infernale di questa torrida e folle estate, i progressisti discutono con interesse di aria fritta. Dove deve andare una sinistra siffatta?

 

 

 

Ovviamente a casa. E gli italiani non vedono l'ora di sbarazzarsi di personaggi ormai divenuti indigesti i quali durante la pandemia, avendo abbandonato la maschera di fieri democratici, hanno mostrato il loro vero volto nonché quella tendenza malsana, cancro della democrazia, a considerare e fare passare i diritti quali concessioni o favori. Idem cercano adesso di salvare il salvabile. Troppo precoce in questa fase il ritorno alle urne, che sarebbero funerarie, quindi si dà vita a questa specie di sagra della patata nel cuore delle città allo scopo di tifare per Draghi, come se fossimo allo stadio.

 

 


Affermare che tutto ciò è ridicolo è persino riduttivo. Manca solamente che i (sedicenti) democratici terrorizzati dal suffragio universale organizzino un pellegrinaggio a Lourdes per chiedere alla Madonna di allontanare il più possibile le votazioni. E perché, dato che ci siamo, non eliminarle una volta per tutte? È nelle Camere e non nelle piazze che un premier deve trovare appoggio, altrimenti il governo non può lavorare in maniera efficace e rapida. Quale funzione dovrebbe sortire il corteo in favore dell'ex presidente della Bce? Trattasi di una pagliacciata, l'ennesima di una sinistra la quale teme i raduni del centrodestra, bollandoli come causa di contagio, eppure promuove quelli che le interessano come mezzo per scongiurare l'espressione massima della democrazia, ossia il voto.