Movimenti
Il centro? Alessandro Sallusti: c'è tutto, tranne gli elettori...
"Il centro? C'è già e sono io" ha sbottato ieri Silvio Berlusconi commentando il convegno organizzato dal governatore della Liguria Giovanni Toti per riorganizzare, e possibilmente unire, la galassia di partiti e partitini centristi che oggi si muove disunita nell'universo della politica. Faccio i miei auguri a Toti, ammiro la sua tenacia ma rimango scettico sulle possibilità di successo dell'operazione. Primo perché una somma di piccoli e grandi leader non farà mai un leader e quindi un partito unico, secondo perché il "centro" non lo si organizza a tavolino millantando una neutralità tra la destra e la sinistra.
Leggi anche: Alberto Zangrillo merita una medaglia: Covid, chi fa di tutto per restare sul divano fa fermato
Berlusconi, certamente uomo di centro, costruì quel miracolo chiamato Forza Italia partendo da destra e adunando attorno a sé tutti gli italiani non di sinistra, area indicata chiaramente come il nemico da battere. Si governa al centro, questo è ovvio e l'hanno fatto tutti i partiti di destra e di sinistra - Movimento Cinque Stelle compreso - che si sono succeduti alla guida del Paese. Ma non si parte né aggrega dal centro che in natura non esiste se non come "centro di gravità permanente", come cantava Battiato - cioè come naturale punto di equilibrio che qualsiasi sistema raggiunge per stare in piedi. Tanto è vero che esiste il centro-destra contrapposto al centro-sinistra, non abbiamo memoria di un centro-centro che non si capisce bene che cosa dovrebbe essere e a chi dovrebbe fare politicamente da contraltare. In tutte le democrazie occidentali c'è un partito conservatore (la destra) che si contrappone ai democratici (la sinistra), il centro è rappresentato dalle correnti che stanno già al loro interno, correnti che spesso sono maggioritarie (Berlusconi è l'esempio classico) e a volte no come è successo in America con Trump e in Inghilterra con Boris Johnson.
Il tuo browser non supporta il tag iframe
Mettere insieme un ex capo di Forza Italia (Toti), un ex segretario del Pd (Renzi), un ex capo dei Cinque Stelle (Di Maio), un ex pariolino di sinistra (Calenda) e un ex squalo Prima Repubblica (Mastella) non è fare un partito di "centro" ma una operazione incomprensibile agli elettori e quindi inutile. Mi ricorda quella squadra dei giocatori di calcio rimasti senza contratto che d'estate si esibisce in partite a scopo benefico. Non hanno maglia né bandiere da sventolare, non hanno nemici e quindi non possono avere amici. Figuriamoci elettori.