Come sempre

L’ennesima barzelletta della politica: queste amministrative le hanno vinte tutti. L’analisi di Andrea Pasini

Andrea Pasini

Se si ascoltano con attenzione le dichiarazioni post voto dei leader dei partiti politici, da ogni tornata elettiva ne escono tutti vincitori. Sembra quasi una barzelletta. Tutto questo potrebbe farci sorridere ma la situazione è realmente drammatica. Nessuno dei leader politici si è soffermato dopo i risultati delle ultime amministrative  a riflettere, nessuno si sia realmente assunto le proprie responsabilità e abbia fatto autocritica analizzando i motivi per cui sempre più elettori non sono andati a votare e come mai i vari partiti hanno perso moltissimi voti. Ormai, e lo dico a malincuore, la politica ha perso completamente credibilità da parte dell’elettorato. 

Se andiamo a vedere più nel dettaglio i risultati di queste ultime elezioni amministrative, questa  mia conclusione è evidente. C’è un’estrema discrepanza tra le dichiarazioni dei leader e i fatti concreti. Come possiamo noi cittadini prendere ancora parte a questo spettacolo indegno?

Nel PD secondo il segretario Enrico Letta la soddisfazione la fa da padrone: "Il Partito democratico è il primo partito d'Italia. Quello che già oggi emerge chiaramente è che il centrosinistra vince quando è unito, quando lavora in modo più unitario possibile, quando mette in campo candidature credibili". 

La realtà è ben diversa. La coalizione PD e M5S non regge e il rapporto tra i due si fa sempre più sbilanciato con i dem che tengono e i pentastellati che soffrono nei voti di lista, andando ancor peggio dove si presentano da soli. 

Dei quattro capoluoghi di Regione al voto, il centrodestra conferma al primo turno L’Aquila con Pierluigi Biondi e Genova con Marco Bucci, ma soprattutto strappa al centrosinistra la città di Palermo con Roberto Lagalla. Catanzaro va al ballottaggio (con in testa il centrodestra).

Se nel secondo turno Catanzaro dovesse rispettare le proiezioni, sarebbe un secco 4-0 per il centrodestra che riceverebbe una conferma importante: dove si presenta unito, vince. Diviso invece arranca e regala al centrosinistra la possibilità di trovarsi in vantaggio in sfide che sembravano in salita, come Verona. 

Ma i risultati aprono anche una partita tutta interna al centrodestra per la leadership della coalizione e la spinosa polemica tra Fdi e i suoi alleati sul futuro del governo. Fratelli d'Italia ha superato di netto la Lega nei voti di lista. "Lo sforzo della Lega di essere collante del centrodestra, anche sacrificandosi in prima persona, è la strada vincente”, asserisce però Matteo Salvini che non sembra preoccupato da questa traiettoria drasticamente in discesa. 

Forza Italia conferma le tendenze, vincendo in coalizione e soffrendo dove il centrodestra si presenta diviso. La lista di Forza Italia migliora lievemente a Genova e L’Aquila rispetto a cinque anni fa, ma sono lontani i tempi in cui trainava la coalizione.

Io sono Andrea Pasini un imprenditore di Trezzano sul Naviglio e credo che non serva di certo essere un genio o un politologo per capire che il centrodestra così diviso e litigioso come si pone in questo momento storico purtroppo farà fatica a trovare una quadra per poter presentarsi alle elezioni nel 2023 unito in coalizione. Troppi attriti personali, troppa poca umiltà, incapacità di trovare una sintesi politica per poter ricostruire una coalizione che è maggioranza nel Paese. Ora i temi sui quali la politica  sopratutto di centrodestra dovrebbe riflettere  sono i seguenti: si dovrebbe resettare il passato facendo uno sforzo da persone mature e lungimiranti, dimenticare attriti, sgambetti, dichiarazioni al vetriolo per poter ripartire con lucidità e responsabilità e costruire un progetto politico serio, credibile e lungimirante per risolvere le sorti di questo Paese ridotto realmente alla fame. Dopodiché è urgente creare un polo di centro perché i partiti, che lo ammettano o meno, hanno tutti perso voti a parte FDI e dovrebbero porsi delle domande e riflettere seriamente sui motivi. 
La perdita totale di credibilità da parte dell’elettorato è al centro di questo crollo. La classe dirigente di un partito politico è fondamentale e non può essere rappresentata da mezze figure, da improvvisati, da finti esperti di economia e da pseudo sindacalisti senza arte ne parte. Ora si deve finalmente iniziare a ragionare seriamente sulla credibilità della classe politica che deve passare da figure serie, professionisti veri e non inventati, da persone di alto spessore capaci perché dopo anni di studio e di pratica nella vita lavorativa hanno acquisito quella conoscenza e consapevolezza di come funzionano  le cose e di come poter trovare soluzioni credibili e attuabili per migliorare le criticità. 

L’Italia ha bisogno di un movimento prima che politico culturale liberale di centro composto da una selezione di persone di alto profilo politico, economico, sociale e del comparto sicurezza e difesa che possa in breve tempo riportare a votare quel 50% e più di cittadini totalmente sfiduciati dalla pochezza dell’attuale classe politica.

Questo movimento culturale dovrà dire finalmente la verità alla gente, porsi di fronte all’elettorato dicendo le cose che realmente si possono fare e ciò che non si può fare perché corrisponde a mera propaganda. I cittadini sono stanchi e non credono più nel populismo, nelle promesse di tagli di tasse, pensioni regalate e di soldi a pioggia.

Gli elettori preferiscono che gli si dica  la verità, anche se forse in un primo momento risulterebbe non facile da accettare e se questo porterebbe una perdita di consensi per chi la propone, ma bisogna guardare al futuro, al lungo periodo perché altrimenti la situazione continuerà a peggiorare. Abbiamo visto in tutti questi anni le promesse dei leader di partito che facevano sognare, promettevano tagli della spesa pubblica, più soldi in busta paga, taglio delle tasse, sfoltimento della burocrazia e chi più ne ha più ne metta, ma alla fine invece che migliorare, negli anni la situazione è peggiorata. Le famose poltrone devono tornare a essere una cosa seria e a essere occupate da persone competenti. Solo così la politica in generale potrebbe riconquistare credibilità e sopratutto riuscire a riportare la gente a votare.