Basta balle
Vittorio Feltri, i comunisti italiani, i rubli di Mosca e i gulag: la storia dimenticata dai compagni
Per gentile concessione di Arbiter pubblichiamo l'articolo di Vittorio Feltri in edicola questo mese
Il 7 novembre, a partire dal prossimo anno scolastico, gli studenti della Florida, negli Stati Uniti, avranno occasione di meditare in classe sulla natura e la storia del comunismo. Per un'ora dovranno riflettere sui crimini commessi da Josip Stalin, Mao Zedong, Fidel Castro e tutti gli altri dittatori comunisti. Lo ha annunciato il governatore Ron De Santis, che alle parole ha fatto seguire la firma del provvedimento, istituendo la Giornata delle vittime del comunismo. Obiettivo: far conoscere ai ragazzi i risultati aberranti del socialismo reale. Fame, povertà, esilio, schiavitù, persecuzione di intere categorie di cittadini, eliminazione del dissenso, censura, soppressione della libertà d'espressione.
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I CUBANI FUGGITI DA CASTRO - Interpellato dal quotidiano Miami Herald, De Santis ha detto: «Il conteggio delle vittime di Mao è qualcosa che tutti devono capire perché è un risultato diretto della ideologia comunista». De Santis ha emanato anche misure per onorare i molti cubani fuggiti dall'isola in mano alla famiglia Castro. Per ragioni di contiguità geografica, la Florida ne ospita tantissimi, ormai totalmente integrati e cittadini americani a tutti gli effetti. Ancora il governatore De Santis: «So che qui a Miami non abbiamo bisogno di una legislazione per farlo; ma penso che sia nostra responsabilità assicurarci che le persone sappiano delle atrocità commesse da tiranni come Fidel Castro e anche più recentemente da Nicolas Maduro in Venezuela».
Le giornate della memoria spesso lasciano il tempo che trovano. Si risolvono in una overdose di retorica. Le coscienze democratiche si sentono rassicurate e infine soddisfatte: per il resto dell'anno possono dimenticarsi delle sciagure altrui o delle tragedie del passato. Gli editori apparecchiano qualche novità senza importanza, le istituzioni celebrano con mediocri discorsi. Talvolta le giornate generano il risultato opposto a quello prefissato.
In Italia ne abbiamo un esempio lampante. La giornata del ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano è diventata occasione per relativizzare i crimini dei partigiani rossi in combutta con gli jugoslavi nelle tormentate terre attorno al confine orientale. Una folla di negazionisti, studiosi improvvisati o in malafede, riconduce le malefatte comuniste a una "comprensibile" reazione alle malefatte fasciste. Peccato non sia andata affatto così. Lungo il confine orientale, Tito predispose e realizzò una politica di pulizia etnica contro gli italiani, e nelle foibe finirono non solo i fascisti ma anche tutti coloro che non erano d'accordo con la "jugoslavizzazione" di terre italianissime. Intere comunità sono state inghiottite dalle cavità carsiche, i figli legati ai padri, perché sprofondassero meglio. In quanto agli esuli, il loro dramma è stato dimenticato volutamente: proprio perché rende ridicola la tesi della "vendetta" contro le camicie nere.
Ci andarono di mezzo intere famiglie, donne e bambini, accolte con sdegno dai fanatici della falce incrociata al martello.
In Italia, l'eredità del comunismo è dura a morire, senz' altro per colpa di una classe intellettuale tra le peggiori d'Europa, cresciuta e nutrita dal Pci. Nel nostro paese si sente ancora dire che il socialismo era una gran bella idea, realizzata male soltanto per colpa dei limiti dell'apparato burocratico. Inoltre si distingue il Pci dal resto del comunismo mondiale.
IL PCI E I RUBLI DI MOSCA - Il partito di Botteghe Oscure è esaltato per aver scelto la democrazia. Sono tutte leggende. Partiamo dall'"eccezione italiana". Il Pci campava con i rubli provenienti da Mosca, si può capire anche solo da questo dettaglio (si fa per dire) quanto potesse essere libero dai condizionamenti. La svolta democratica, nota come svolta di Salerno, fu ordinata a Togliatti direttamente da Stalin, che non voleva disordini in Italia mentre era occupato con la sovietizzazione dell'Europa centrale. In quanto al comunismo "bella idea" ma realizzata male, siamo nel campo dell'analfabetismo di andata e ritorno. Quale libertà potrà mai concedere un sistema in cui lo Stato è tutto e l'individuo è nulla? Quale garanzie avranno i cittadini, visto che si teorizza la soppressione di intere classi sociali? Dal punto di vista economico, le cose non vanno meglio. Mancando il libero mercato, diventa impossibile dare un prezzo alle cose: si ottiene il caos assoluto. Non solo. Per raggiungere risultati al di fuori della portata dell'economia reale, si rese indispensabile avere manodopera a costo zero. Ed ecco nascere, da subito, i campi di lavoro noti come gulag. Si entrava con una condanna, spesso assurda, a dieci anni e si spariva nel labirinto dei lager. Agli oppositori politici non si dava neanche questa terribile possibilità. Venivano fucilati e addio. In linea di massima, studiare sul serio la storia del comunismo potrebbe essere utile a molti italiani. Ma evitiamo di imitare il governatore della Florida. I nostri "pensatori" troverebbero subito il modo per celebrare, e non condannare, una delle idee assassine del XX secolo.