Parità
Vittorio Feltri, la provocazione sul doppio cognome: cosa cambierebbe se fossi il cronista Vittorio Sangalli?
La società patriarcale è sul punto di andare a farsi benedire. La notizia è già di dominio pubblico: la Corte costituzionale, non paga di aver promosso un sacco di leggi cretine, ne ha varata una comica. Essa afferma che un bimbo appena nato non è obbligato ad assumere il cognome del padre, può prendere tranquillamente quello della madre. La parità di genere in pratica è esondata e colpisce di brutto perfino le vicende familiari che fino a ieri funzionavano bene e automaticamente. D'ora in poi, il pargolo avrà la facoltà di scegliere il cognome materno anziché quello paterno oppure entrambi. La cosa in sé è una scemenza. Infatti non si capisce quale dei due genitori debba decidere il cognome da imporre alla creatura, che non è certo in grado di fare una scelta di questo tipo. Si dice che i coniugi debbano accordarsi e scegliere insieme come si chiamerà il nuovo venuto. Cosicché marito e moglie, che di norma litigano sulla conduzione della casa, adesso potranno bisticciare all'infinito sull'appellativo da affibbiare all'erede.
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Già la burocrazia crea dei casini inenarrabili nelle nostre vite, ora ci mancava il dibattito famigliare immagino estenuante a riguardo del casato da attribuire al figlio. La decisione della Consulta non si capisce a quale esigenza vada incontro. Ma chissenefrega se il mio discendente si chiama Feltri come me o si chiama Bonfanti come mia moglie, sempre a me, a lei o a entrambi toccherà crescerlo, farlo studiare e infine aiutarlo a trovare un lavoro decente. Naturalmente la novità anagrafica è stata fortemente voluta dalle femministe, specialiste nella guerra alle parole per tradizione maschili. Certe signore non sopportano di essere definite assessore o avvocato, pretendono di essere declinate come assessora o avvocata.
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Una simile questioncella non è importante per l'umanità. Applicando simmetricamente la stessa logica, un geometra dovrebbe essere un geometro e un cronista uno cronisto. Io, inoltre, invece di essere Vittorio Feltri dovrei firmare Vittorio Feltri Sangalli, perché Sangalli era mia madre. E così la mia sigla si estenderebbe su due righe. Capirai che bella semplificazione. Proprio ciò di cui avevamo bisogno. Vince sempre la stupidità.