Usa-Russia
Joe Biden, Vittorio Feltri picchia durissimo: "Perché non lo sopporto. Come una...", un paragone estremo
A me Biden è simpatico come una zanzara sul collo, non lo sopporto. Ma sopporto ancor meno coloro che lo criticano in modo esagerato perché ha detto che Putin è un macellaio, con tutto il rispetto per chi spezzetta le carni per farcele mangiare gustosamente. Il presidente americano descrivendo lo zar quale massacratore di popoli si è limitato a rappresentare la realtà. Per capirlo basta dare un'occhiata ai filmati proposti dalla tv in cui si vedono scene raccapriccianti. Migliaia di persone uccise come mosche, bambini ignari che corrono appresso a mamme impaurite, vecchi disperati e uomini a mani nude che affrontano russi armati. Tutto questo non può essere narrato come fosse il festival di Sanremo. Siamo di fronte a uno sterminio e a una distruzione apocalittica che trafigge il cuore di chiunque ne abbia uno.
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Il linguaggio usato dal padrone della Casa Bianca per tracciare il profilo disumano dell'inquilino del Cremlino è stato crudo ma non falso, neanche un po'. La verità è quasi sempre sgradevole, però raccontarla fedelmente non è una operazione da biasimare, anzi va lodata. Una volta che Biden la dice giusta, è assurdo accusarlo di violenza verbale. Egli si è limitato a fotografare con le parole il leader di Mosca, le cui prodezze belliche suscitano l'urto del vomito. Non ne possiamo più di questa guerra che tratta il sangue degli ucraini come fosse acqua del Mar Nero. E ci sorprende che le diplomazie riunite in Turchia allo scopo di escogitare un modo per chiudere le battaglie, non si rendano conto che parlare di pace mentre tuonano i cannoni è come elogiare la dieta durante un banchetto pantagruelico. Una contraddizione. Se non tacciono le armi, almeno provvisoriamente, è inutile che tanti soloni discutano per fermare gli eventi bellici.
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È necessario a questo punto che il macellaio moscovita dica cosa vuole dalla Ucraina e che Zelensky affermi cosa è disposto ad offrire sul tavolo della concordia. Altrimenti questa orribile vicenda di contrasti violenti non avrà termine fin quando l'Ucraina non sarà stata trasformata in un enorme cimitero. La resistenza eroica di Kiev indubbiamente è una prova di coraggio, ma se opporsi con tutte le energie all'armata putiniana porta alla distruzione di una intera nazione e dei suoi abitanti forse conviene mutare strategia. Se Zelensky appare un ingenuo che si illude di vincere, Putin resta un bullo internazionale meritevole di fare la fine di un capo di bestiame. Data la situazione sul campo di battaglia converrebbe a tutti smetterla di giocare ai soldatini con la prospettiva quasi certa di essere sepolti e dimenticati.