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Volodymyr Zelensky, l'affondo di Vittorio Feltri: "Costretti a morire per legge, ciò che viene taciuto sul premier ucraino"
Una breve osservazione. Negli ultimi venti giorni, archiviato il Covid, l'informazione e anche le gente hanno fissato l'attenzione sulla mostruosa guerra che si combatte furiosamente tra la Russia e l'Ucraina. Ovvio che sia così. Un conflitto tanto aspro non può lasciare indifferenti. La pietà dell'Occidente e in particolare dell'Italia è rivolta ai bambini, alle mamme e agli anziani. La maggior parte dei commossi servizi televisivi è dedicata alle citate categorie umane, ciò non sorprende dato che gli esseri più deboli e in balia delle violenze belliche fanno tenerezza. Mentre quello che sta succedendo ai maschi dai 16 a 60, obbligati a rimanere (in Ucraina onde difendere la patria, passa in secondo piano.
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Si dà il caso che una moltitudine impressionante di uomini abbia perso la vita, e non si tratta di volontari patrioti, bensì di ragazzi e anzianotti costretti da Zelensky, per legge, a battersi in difesa del Paese. Chissà perché del loro sacrificio, non offerto, ma imposto dal governo se ne parla poco e con distacco, come se le sofferenze dei soldati fossero dovute e indegne di essere raccontate. Trovo tutto questo ingiusto e sgradevole. Gli esseri umani, a prescindere dal sesso e dall'età, dovrebbero godere del medesimo rispetto. E invece ancora una volta si è affermato l'orrendo concetto che chi è nato col pisello anziché con la passera meriti di diventare carne da cannone, mentre le loro fidanzate o spose vadano celebrate quali vittime, esaltate dalle telecamere, intervistate in lacrime. Intendiamoci, anche io mi commuovo molto davanti all'infanzia sbandata e alle mamme disperate, per non dire dei nonni dallo sguardo smarrito. Ma trovo che sia offensivo per i martiri ammazzati dai carnefici di Putin tacere dei loro sacrifici.
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Come si spiega questo fenomeno? Azzardo. Ormai la prevalenza delle donne nei giornali di carta e in quelli del piccolo schermo è consolidata, anche perché le signore sono diventate più brave dei loro fidanzati e mariti, pertanto le aziende editoriali le sfruttano a proprio vantaggio. Sennonché gli interessi delle croniste fatalmente sono orientati al femminile, quindi quasi tutte le corrispondenze dalle città bombardate privilegiano le vicende riguardanti le spose e la loro prole, mentre quelle dei mariti comandati a rischiare la pelle nei combattimenti costituiscono una routine bellica. Se crepa lei, tutti giù a piangere, se crepa lui, sarà anche un militare, ma cosa vuoi farci: la guerra è guerra.