Come cambia il vento
Vladimir Putin, quando lo zar era lo straniero più popolare d'Italia: ecco il sondaggio
Secondo un sondaggio Ipsos del dicembre 2015 Vladimir Putin era il politico straniero più popolare in Italia, un punto in più persino di Obama. Addirittura per il 66% degli italiani la Russia era il Paese più influente. Stando ad un sondaggio dell'aprile 2020, commissionato da Affari Italiani, Putin godeva nel nostro Paese di un consenso pari a oltre il 52%, doppio di quello di Trump, Angela Merkel era ferma al 22%. Il 24 febbraio si è palesata la natura del regime russo che fino a quel momento era apparso a tanti un interlocutore credibile. Paradossalmente, ad invasione avvenuta, a parteggiare per Putin è rimasta pressoché esclusivamente la sinistra radicale, con Anpi e Cgil a tenere un'equidistanza fra Russia e Occidente che ha ricordato un po' quel "né con lo Stato né con le br" dei tragici anni '70.
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Come è possibile dunque che lo zar abbia riscosso in passato simpatie fra tante persone benpensanti, normalmente moderate, alla prova dei fatti amanti della libertà? È questa la domanda che politologi e politici dovrebbero porsi innanzitutto. Va riconosciuto che il regime russo ha avuto nei fatti concreti un sostegno molto trasversale. La benedizione data dal governo Prodi nel 2007 a South Stream, poi abbandonato nel 2014, così come i 28 accordi di cooperazione commerciale di cui molti in campo energetico conclusi dal governo Letta nel 2014 o la vendita alla Russia di 94 blindati Lince autorizzata dal governo Renzi in violazione dell'embargo, l'essere stato Enrico Letta l'unico premier europeo presente alla inaugurazione dei giochi invernali di Sochi nel 2014 e Matteo Renzi l'unico capo di governo a partecipare al Forum economico di San Pietroburgo nel 2016, sono la testimonianza di buoni rapporti molto più diffusi di quanto non appaia dalla retorica politica quotidiana. Eppure la simpatia profonda per Putin ha innegabilmente coinvolto molti elettori del centrodestra. E non solo in Italia, se si pensa alle parole di ammirazione spese ancora di recente dal repubblicano Trump per l'autocrate di San Pietroburgo.
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C'è da chiedersi se certe derive prese dalla politica e dalla cultura progressista non siano le vere responsabili di quella attrazione: l'assenza di un serio contrasto a fenomeni migratori illegali, pericolosi per la stabilità delle nostre società; una scarsa attenzione per le problematiche dell'ordine pubblico, con una devianza che vede coinvolti immigrati di prima e di seconda generazione; la trasformazione della sacrosanta lotta di liberazione omosessuale in una vera e propria ideologia del gender che pretende di sovvertire le stesse basi culturali della società occidentale. Piuttosto che giudicare, sarebbe forse ora che tutti affrontino con realismo e senza pregiudizi ideologici le ansie e le paure della maggioranza degli italiani.