La frustata

Vladimir Putin, così Europa ed "Eucraina" hanno spiazzato lo zar: il segreto svelato di questa guerra

Roberto Formigoni

Erano due gli obiettivi principali di Vladimir Putin nell'ordinare l'invasione dell'Ucraina: il primo politico militare, impossessarsi di una parte cospicua del territorio che una volta, più di trenta anni fa, faceva parte dell'Unione sovietica, l'Ucraina appunto. E già questo dice molto della psicologia di Putin in questa stagione: forse non è diventato paranoico, come molte analisi insinuano, ma cosa si può dire del capo di uno stato che è oggi più debole del 2014, cioè della guerra precedente, dal punto di vista militare e tecnologico, e pensa di riconquistare con questa sua forza indebolita quei territori che la Russia perse quando era più forte? 

 

Ormai è chiaro: Putin puntava a un blietzkrieg, una guerra lampo di pochi giorni, contava che il presidente Zelensky sarebbe fuggito e l'esercito ucraino si sarebbe disfatto. E la guerra, da parte sua sarebbe stata vinta in un amen. Non è proprio andata così, Zelensky si è dimostrato un politico coraggioso, capace di tenere unito il suo popolo, di parlare da pari a pari con i leader europei, di respingere ogni trappola russa. 

bL'esercito ucraino sta combattendo con un vigore in cui pochi credevano, e soprattutto la popolazione civile sta mostrando un'amore di patria, un coraggio, una determinazione che hanno finora inflitto molte più perdite ai russi di quanto essi pensassero. Milioni di ucraini stanno mandando al sicuro le famiglie, ma loro rimangono sul terreno a combattere. E poi c'è la ribellione di frange significative di popolo russo, che non teme di organizzare manifestazioni contro la guerra, di sfidare la brutalità della polizia, di essere imprigionato e probabilmente sottoposto a processi che porteranno dure condanne, dell'ordine di anni, non di settimane o mesi. Sono tutte reazioni che Putin e i suoi capi di stato maggiore assolutamente non si aspettavano. Anzi, è evidente che temono un'intensificazione di questi fenomeni. 

 

CERIMONIE
Basti pensare che hanno deciso di abbandonare le tradizionali cerimonie del ritorno in patria dei soldati morti sul fusto dei cannoni per celebrare esequie solenni sulla Piazza Rossa, e hanno deciso che le salme saranno cremate sui camion russi in Ucraina. E poi c'è la reazione dell'Europa, un'altra sorpresa per l'oligarca russo, che si aspettava al massimo qualche comunicato di protesta e qualche blanda sanzione. Invece stavolta l'Occidente ha saputo reagire con forza, e l'Europa mostrarsi compatta. Le sanzioni non sono simboliche, tant' è che costano sacrifici anche ai nostri cittadini, le armi inviate, anche da paesi tradizionalmente restii come la Germania, la Svizzera, la Finlandia, testimoniano la consapevolezza che la posta in gioco è alta, e questa volta non si vuole girare la testa dall'altra parte. L'auspicio di tutti è ovviamente che la guerra termini al più presto, ma questi passi che chiamerei di "crescita morale" rimarranno.