Il commento

Ucraina, Vittorio Feltri: una guerra inutile come tutte le altre. Zelensky la smetta di fare il bullo

Questa guerra aspra e inutile come tutte le guerre comporta un solo vantaggio: le televisioni e i giornali hanno cessato di intontirci con il Covid e hanno messo a tacere perfino i No vax. Ora si parla per ore della povera Ucraina martoriata, gente in fuga da Kiev e da altre città sotto tiro dei russi, i virologi sono stati sfrattati da presunti esperti militari e di geopolitica. Ciascuno dice la sua lanciando previsioni sull'esito del conflitto, mostrando di improvvisare analisi che non trovano riscontro nella realtà.

 

 

In Italia crescono i tifosi di Putin e anche quelli dei suoi nemici, dei quali non si conoscono le colpe. Insomma siamo di fronte a un fenomeno di arretratezza culturale che riporta il nostro Paese, e anche l'Europa, a epoche lontane e mai dimenticate. Udire le dichiarazioni riportate del capo del Cremlino è come riascoltare i comizi di Hitler e i brontolii di Stalin, nonché le sbruffonate di Mussolini. Il globo terraqueo, invece che progredire nella pacifica convivenza dei popoli, è tornato indietro di decenni, dalla guerra fredda che non faceva solletico a nessuno, siamo passati a quella calda che provoca nei cittadini meno esaltati un panico soffocante.

 

 

Il bello, si fa per dire, è che nessuno ha ben chiaro in testa quale dei due contendenti abbia ragione e quale torto. La Russia e l'Ucraina, a noi gente comune che risiede in Occidente, sono pressoché sconosciute, ne ignoriamo la storia e nel giudicare il loro scontro andiamo a tentoni, siamo influenzati da simpatie e antipatie epidermiche. Non siamo lucidi, poiché privi di informazioni e di dati storici su cui meditare. Cosicché discutiamo a vanvera, ciascuno di noi ingenuamente crede di avere la verità in tasca. Ci fanno pena gli ucraini che fuggono con la prole aggrappata ai pantaloni e alle gonne dei genitori, ci spaventiamo al boato sinistro delle armi che echeggia a Kiev. Ma ci interroghiamo invano perché succeda tutto questo.

I Paesi dell'Est per noi sono un mistero, li osserviamo sullo schermo della tv con diffidenza, salvo partecipare con solidarietà alle scene strappacuore offerteci dai telegiornali mentre pranziamo o ceniamo. Di Putin abbiamo una sola consapevolezza: è amico di Berlusconi. Del presidente ucraino abbiamo scoperto che era un attore comico. Sul resto buio fitto. Se pensiamo che il padrone della vecchia Urss medita già di azionare l'armamentario nucleare ci tremano i polsi, e lo odiamo. Ma vorremmo anche suggerire a Zelensky di non fare il bullo, lasci perdere. Meglio sconfitti che morti.