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Alessandro Sallusti: "Giorgia Meloni censurata a Mediaset? Tutte falsità, cosa non torna"

Alessandro Sallusti

Una fake news tira l'altra e l'ultima che circola con una certa insistenza è che Giorgia Meloni, così come gli uomini e le donne del suo partito, sia stata messa al bando dalle trasmissioni di Mediaset. Il motivo sarebbe che la leader della destra ha detto, nel corso di una tostissima intervista con Nicola Porro a Quarta Repubblica due lunedì fa, che "io non devo niente a Silvio Berlusconi". Si sa come vanno come queste cose, la parola che corre più veloce del pensiero e poi è noto che mentre gli uomini mentono le donne hanno una innata predisposizione ad esagerare un po' le cose.

 

 

Ma a parte questo la diceria sulla censura non sta in piedi e il fatto che da quel lunedì né Giorgia Meloni né esponenti di Fratelli d'Italia siano comparsi nei talk show di Mediaset è certamente una banale e stupida coincidenza in cui sono caduti giornalisti boccaloni. O più probabilmente i vari conduttori non hanno voluto disturbare pezzi da novanta di Fratelli d'Italia nella settimana in cui il Festival di Sanremo ha sbancato gli ascolti. Un favore, ecco cosa è stato, un segno di rispetto, anche perché - mi chiedo volendo per un secondo pensare male - come si fa, che senso ha dibattere di politica in tv escludendo quello che gli ultimi sondaggi certificano essere il primo partito italiano? E che senso ha farlo in Mediaset, luogo della libertà per storia e definizione che per di più con i nemici politici e i competitor di Berlusconi è sempre stata più che accogliente e generosa?

 

 

No, la chiacchiera sulla Meloni censurata fa acqua da qualsiasi parte la giri, non è questo un tempo di censure e la prova è che da due anni in televisione hanno avuto diritto di parola - anche e direi soprattutto sulle reti Mediaset giornalisti, politici, scienziati e intellettuali che negano l'esistenza del Covid e sostengono che il vaccino uccide, in altre parole gente che dice stronzate a ruota libera e che ha sulla coscienza un bel po' di morti.

Però in questa storia c'è una cosa che non mi torna. Possibile che i politici e i pensatori di sinistra sempre pronti a credere alle fake news sulla destra e a montarci sopra campagne di libertà, di fronte a questa ghiotta storiella se ne stiano buoni e zitti quando da vent'anni ci menano il torrone per l'editto bulgaro di Berlusconi contro la permanenza in Rai di Enzo Biagi e Michele Santoro, due che per altro si spesero non poco sulla Tv pubblica per fare perdere le elezioni del 2002 al Cavaliere?

 

 

Vuoi vedere che se a essere censuratalo abbiamo detto, non è questo il caso e quindi parliamo di un'ipotesi di scuola - è una donna leader della destra allora lo sdegno si sopisce per lasciare posto a un vago senso di contentezza, di solidarietà con il sospetto censore? Ma c'è un'ultima cosa da dire, che è questa: se tutto ciò che ho scritto fosse falso, frutto solo della mia sincera ammirazione per quella grande azienda che è Mediaset, cioè se davvero Giorgia Meloni fosse stata bannata per una frase su cui certo si può discutere e dissentire, bè se così fosse in questo Paese avremmo un problema in più.