Parola al direttore
Vittorio Feltri, perché il centrodestra non è spacciato: la suggestione dello schema democristiano
Quasi tutti i commentatori politici sostengono che ormai il centrodestra si è dissolto, dopo i dissapori che lo hanno funestato in occasione della rielezione di Mattarella al Quirinale. In realtà esso non è mai stato coeso per mancanza di un denominatore comune. Diversamente Forza Italia, Fratelli d'Italia e la Lega avrebbero formato da tempo un partito unico, con un solo leader e una linea politica unica. I tre gruppi da sempre sono autonomi, ciascuno di essi ha le proprie opinioni anche se ciò non impedisce loro,su certi temi, di costituire una alleanza strategica.
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I berlusconiani, con rispetto parlando, si sono ridotti al punto che se decidessero di riunirsi a congresso, potrebbero organizzarlo in una vecchia cabina telefonica, vista la loro dimensione attuale. I leghisti dopo le sbandate provocate da Salvini hanno perso numerosi consensi che faticheranno a riconquistare. I fratelli italiani sono gli unici che avanzano per vari motivi noti: la Meloni ha capacità che altri poverini non hanno, quindi prosegue spedita. Ciò detto non significa che il centrodestra sia morto e sepolto. Le sue tre componenti, nonostante i litigi degli ultimi tempi, e pur con le loro differenze anche notevoli, nel caso di nuove elezioni potrebbero comunque associarsi e costituire una inedita maggioranza. Del resto la vecchia Democrazia cristiana nel campo delle coalizioni ha fatto scuola, e quanto avvenne in passato può avvenire ancora con le dovute correzioni. Essa fu in grado di sposarsi, onde costituire maggioranze solide, con i socialisti di Nenni, con i socialdemocratici di Saragat, con i repubblicani di La Malfa e perfino con i liberali di Altissimo.
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Non si capisce perché non sia lecito supporre una riedizione dello schema democristiano, ossia una associazione tra il Cavaliere, il Capitano e la grande Giorgia, la più ricca di suffragi, almeno stando ai più recenti sondaggi. Ecco perché trovo ingiusto dare per spacciato il centrodestra, il più attrezzato numericamente a menare le danze. Ripeto. I tre soggetti politici non sono sovrapponibili, ciascuno di essi ha le proprie caratteristiche, ma sono comunque idealmente abbastanza vicini e non faticheranno a intendersi allo scopo di formare una compagine di governo. Indubbiamente Salvini in questo momento è in crisi a causa di errori strategici e tattici, ma non è morto e, se anche lo fosse, ha le risorse per risorgere. Insomma, il centrodestra ha l'opportunità di rimettersi in piedi e di puntare a ottenere la maggioranza di questo tribolato Paese. Non è affatto giunto il momento di celebrare funerali.