Parola al direttore

Quirinale, Alessandro Sallusti: centrodestra, un imbarazzante disastro. Era tutto chiaro già da martedì...

Alessandro Sallusti

Chi più e chi meno, alla fine tutti tranne Giorgia Meloni, hanno calato le brache e addio nuovo Presidente della Repubblica, tanto più un primo presidente non di sinistra. Ci avevamo creduto e in questi giorni non lo abbiamo nascosto anche se, ora dopo ora, era chiaro che i giocatori in campo, pur impegnandosi, non erano in grado per mancanza di esperienza e in parte di numeri di raggiungere l'obiettivo. All'ultimo, un po' tutti, proprio in zona Cesarini come si dice nel calcio, hanno preferito - grazie a un intervento su Salvini di Silvio Berlusconi al quale perdere non è mai piaciuto - un pareggio a una sconfitta.

 

Bene, ma a che prezzo per il Centrodestra? Sul terreno sono stati sacrificati sei illustri rappresentanti della classe dirigente (Pera, Moratti, Nordio, Frattini, Belloni, Cassese) la cui credibilità è stata bruciata in cambio del nulla, a terra resta la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, azzoppata e ridicolizzata vittima un po' di se stessa e un po' di chi l'ha illusa. Ecco, non era questo lo scenario che ci eravamo immaginati. Siamo onesti: è stato un disastro, non tanto per il risultato finale a quel punto inevitabile, ma per il modo pasticciato e a tratti imbarazzante con cui ci si è arrivati, tanto valeva per il centrodestra intestarsi da subito Mattarella o Draghi come era chiaro già da martedì.

Un disastro le cui conseguenze non saranno indolori. Se fino a ieri Mario Draghi passava per un dittatore illuminato, da domani è possibile che si comporti da despota, probabilmente un bene per l'economia meno per la democrazia. Se fino a ieri si poteva immaginare una proficua collaborazione fra i tre parenti serpenti Meloni, Salvini e Berlusconi da domani - e chissà per quanto - l'attuale Centrodestra sarà una coalizione soltanto formalmente.

E infine, se la quarta gamba del Centrodestra (Toti, Brugnaro e soci) si poteva sperare fosse una sicuro e leale compagno di viaggio, oggi sappiamo che per loro il Centrodestra è soprattutto un bus su cui salire solo per essere eletti governatori o sindaci.

 

Può una coalizione oggi così messa candidarsi a guidare il Paese? Matteo Salvini avrà ancora la forza e l'autorevolezza per guidare il centrodestra essendosi giustamente intestato il comando delle operazioni? Non tocca a noi dare risposte, ma al più presto qualcuno dovrà darle. Perché il fatto che il ciclone Quirinale abbia travolto anche e di più sia i Cinque Stelle che la sinistra di Letta, che questa volta Matteo Renzi si sia perso nei suoi intrighi senza toccare una palla buona se non per stopparla è una amara consolazione. Auguri di buon lavoro al presidente Sergio Mattarella. Chissà quante dovrà vederne nei prossimi sette anni.