La campagna

Pietro Senaldi: il Quirinale non è cosa di Travaglio e sinistra. Perché firmare la petizione di Libero

Pietro Senaldi

Ringraziamo i lettori perché stanno arrivando le prime sottoscrizioni alla petizione lanciata da Libero "NO a chi vuole rubarci il Quirinale". È un'iniziativa identitaria, che ha trovato l'immediato sostegno dei tre leader del centrodestra, in risposta all'ennesima campagna d'odio del Fatto Quotidiano, che sta raccogliendo firme per sbarrare la strada del Quirinale a Berlusconi. La nostra non è un'iniziativa a sostegno del Cavaliere, che pure non ci dispiacerebbe vedere al Colle, se non altro per gustarci le facce di progressisti e travaglini, ai quali l'elezione di Silvio procurerebbe una crisi di nervi lunga sette anni. È una rivendicazione di libertà, di pensiero e di opinione. Le firme sono una testimonianza, un segnale che non se ne può più dell'arroganza di certa sinistra, che rifiuta aprioristicamente di legittimare gli avversari e appena uno di essi ha consenso, lo demolisce infamandolo per impedirgli di raggiungere posti di potere o cariche autorevoli. In base a questa narrazione, la Meloni è fascista, Salvini un sequestratore di persone e Berlusconi un criminale.

 

 

 

È un modo subdolo per negare al centrodestra il diritto di esistere. Ormai da settimane la politica è ferma in attesa che si giochi la partita del presidente della Repubblica. Il centrodestra, che secondo la maggior parte della stampa nazionale sarebbe spaccato, ha un candidato di bandiera, il leader e fondatore di Forza Italia. La sinistra, che sempre secondo i medesimi analisti sarebbe invece compatta, ha almeno una dozzina di pretendenti ufficiosi, il che significa nessuno buono, tant' è che la soluzione preferita da Letta e compagni sarebbe tenere sotto sequestro Mattarella ancora un po' malgrado la sua volontà contraria, manifestata dall'interessato a ogni occasione.

 

 

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Per forza, è troppo impegnata a demolire il candidato altrui per riuscire a tirarne fuori uno proprio. Quello del Quirinale è soltanto l'esempio più clamoroso e attuale della tendenza degli ex comunisti, in questo subito imitati dai grillini, di considerare come un proprio diritto naturale e indiscutibile il governo del Paese. Per giustificarlo, lorsignori naturalmente non possono basarsi sulle leggi e sui principi democratici, quindi avanzano una discutibile e mai provata superiorità morale. Poiché però in casa loro scarseggiano gli esempi positivi della stessa, i progressisti se la assegnano denigrando l'avversario. Il Fatto Quotidiano è solo il più feroce e manifesto strumento di questa propaganda, e pertanto anche il meno efficace, ma il metodo è usato subdolamente da parlamentari, operatori dell'informazione, intellettuali e giuristi più esperti e smaliziati di Travaglio e soci. Il fatto che Berlusconi non piaccia agli elettori progressisti non è una valida ragione perché l'interessato non si possa candidare e Salvini e Meloni non possano sostenerlo; e neppure lo è perché non possa essere eletto.

 

 

 

Tanti il centrodestra ne ha subiti di presidenti di sinistra non solo sgraditi ma anche palesemente partigiani e con sgradevoli scheletri nell'armadio prima della nomina. Napolitano sopra tutti, e certo non solo per la giustificazione che fornì all'invasione dell'Ungheria. Ma anche Scalfaro... Forse Berlusconi non riuscirà a coronare il suo sogno quirinalizio, dipende dalla volontà della maggioranza dei parlamentari. Ma certamente questa petizione sarà utile per far capire alla sinistra che stavolta il Quirinale non è cosa sua. Speriamo che lo capiscano anche gli onorevoli di centrodestra e non armino anche stavolta la mano che poi gli sparerà contro per sette anni. I loro elettori non se lo meritano, e soprattutto non lo sopporterebbero più.