Eliana Frontini
Mario Cerciello Rega, Alessandro Sallusti: neanche la sinistra può insultare un carabiniere morto
Una piccola sentenza, ma che per noi vale più di quelle di un maxi processo. Eliana Frontini, insegnante di lettere e storia dell'arte dell'istituto Pascal di Romentino in provincia di Novara, è stata condannata ieri a otto mesi per vilipendio delle forze armate e diffamazione. Nel luglio del 2019, all'indomani dell'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega avvenuto a Roma per mano di due giovani turisti americani, la professoressa aveva scritto su Facebook: "Uno in meno e chiaramente con uno sguardo poco intelligente. Non ne sentiamo la mancanza".
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A distanza di due anni la giustizia ha detto chiaramente che al di là della sua faccia bella o brutta quella per nulla intelligente è lei che fra l'altro dovrà risarcire con ottomila euro la vedova del carabiniere, Rosa Maria Esilio, e con cinquemila il ministero della Difesa. Sospesa, e poi purtroppo parzialmente riammessa all'insegnamento, radiata dall'Ordine dei giornalisti a cui era iscritta, la sciagurata Eliana ora ha capito che le parole hanno un senso non solo letterale ma anche giuridico; che essere di sinistra a volte può non costituire una immunità e spero, ma non ci giurerei, che un carabiniere ucciso non è "uno in meno" ma una ferita e un lutto nazionale.
Potremmo chiederci come sia possibile abilitare all'insegnamento una così, chiederci quante Eliane Frontine ogni giorno pontificano indisturbate dalle cattedre delle scuole dei nostri figli sentendosi protette da uno scudo ideologico che ha origine lontane e violente (ricordate il: uccidere un fascista non è reato?), che si abbeverano al verbo di Saviano che rivendica la libertà di dire che "la Meloni è una bastarda". Ma c'è di più, sulla vicenda Cerciello altri e più autorevoli osservatori hanno giocato una strana partita. Ricordo paginate del Corriere della Sera e non solo tese a sollevare dubbi, per conto di chissà chi, sulla dinamica dei fatti, quasinon fosse chiaro e certo fin dal primo secondo chi erano i cattivi e chi i bravi, chi gli assassini e chi gli eroi. Per questo ancora oggi nessuno ha chiesto scusa ne mai lo chiederà. Per ora accontentiamoci della sentenza di ieri: giù le mani dai carabinieri, siano essi vivi o morti.