Il commento

Alessandro Sallusti e Saviano a processo: "Meloni bast***a, i veri odiatori sono a sinistra"

Alessandro Sallusti

Quando un odiatore squinternato, Massimo Tartaglia, nel dicembre del 2009, tirò una statuina in faccia a Silvio Berlusconi al termine di un comizio a Milano, Marco Travaglio provò a giustificare il gesto sostenendo che esiste il diritto all'odio. Tesi inquietante, ma alzi la mano chi di noi non ha mai odiato nessuno. Un sant'uomo quale era Peppino Prisco, storico vicepresidente dell'Inter, una volta disse: «Io sono contro ogni forma di razzismo e di odio, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai». A volte odiamo anche noi stessi ma non ci viene in mente di andare in commissariato ad autodenunciarci.

 

 

Ma l'odio può diventare anche una potente arma politica. Lo sosteneva pure Antonio Gramsci, primo segretario del Partito comunista italiano: «Sono partigiano, odio chi non parteggia la mia parte». Il problema è che gli auto nominati nuovi guru della sinistra - passare da Gramsci a Saviano e Travaglio è un bel salto nel vuoto - rivendicano sì il diritto all'odio ma dopo aver costruito la loro carriera accusando chi non la pensa come loro - cioè chi non è di sinistra - di essere degli odiatori. In altre parole: solo loro possono odiare, Saviano addirittura rivendica di aver fatto bene a definire Giorgia Meloni «bastarda», cosa che giustamente gli costerà un processo per diffamazione, perché lui è il verbo e gli altri sono nulla.

 

 

Essere minacciati di morte dalla camorra, come è successo a lui, non è cosa simpatica, comporta una scorta ma non ti mette al di sopra degli altri. Come essere di sinistra non significa essere migliori. Io non odio (solo perché non lo merita) però certamente disprezzo Saviano, un sopravvalutato che scrive strapagato cose inutili e noiosissime sul Corriere della Sera, ma per mia incapacità meno di quanto lui, so per certo, odia e disprezza me. Saviano, Travaglio, Gad Lerner e compagnia cantante sono odiatori seriali, altro che Meloni e Salvini. Il loro (piccolo) pensiero è fondato sull'odio, sull'insulto e sulla mistificazione della realtà. Il primo passi, il secondo è questione giudiziaria, il terzo li rende complici dei peggiori crimini della storia e della cronaca.