La parola al direttore
Alessandro Sallusti: "Mi iscrivo anche io al partito no-Green pass, ma a queste condizioni"
Una ricerca dell'Università degli Studi di Milano pubblicata ieri da La Verità giunge alla conclusione che il Green pass non piace al cinquanta per cento degli italiani, anche se l'80 per cento dello stesso campione non è contrario alla sua obbligatorietà per accedere a luoghi di lavoro e di svago. Senza nulla voler togliere all'acume dei ricercatori mi sembra ovvio che se a oggi l'ottanta per cento degli italiani si è vaccinato, una uguale percentuale non ha nulla da obiettare a dover certificare l'avvenuta iniezione. Il che non è assolutamente in contrasto con il primo dato, quello sul cinquanta per cento a cui tutto ciò "non piace".
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Anche io che sono covidzato, vaccinato e greenpassato, se fossi stato interpellato, avrei risposto allo stesso modo: a me, come tutti gli obblighi e intralci burocratici, il Green pass non piace. Come non mi piacciono i divieti di velocità in autostrada, quelli di fumo nei luoghi pubblici eccetera eccetera che però rispetto per il bene mio e degli altri. Ne avrei fatto volentieri a meno di questo ulteriore certificato e spero di potermene liberare quanto prima. Come, su ordine non del governo ma del mio medico, farei a meno di affrontare ogni anno una tac coronarica e ogni due una gastroscopia - tra l'altro entrambe pratiche con possibili effetti collaterali ben più consistenti di quelli di un vaccino - a cui la scienza medica mi costringe se voglio provare a vivere il più a lungo e il meno acciaccato possibile.
Non mi piace il Green pass, ma ancora meno del certificato mi piace non poter andare tranquillamente a lavorare o al ristorante con gli amici. Non mi piace il Green pass, ma troverei più scocciante finire in ospedale o essere responsabile del fatto che qualcun altro ci finisca. Chiedere se "ti piace il Green pass" è come se qualcuno avesse chiesto ai nostri nonni se gli piacevano i rifugi antiaerei durante la guerra. Certo che no e ne avrebbero fatto volentieri a meno, ma tutti li utilizzavano per salvarsi la vita. Mi iscrivo anche io al partito "no green pass", ma a quello che entrerà in azione a guerra finita e vinta, non a quello in campo oggi mentre ancora gli aerei nemici sorvolano i nostri cieli.