Amara verità
Vittorio Feltri, la lezione che abbiamo dimenticato: "L’islam ci attaccò ma c’è qualcuno che non l’ha capito"
Venti anni sono lunghi e duri da passare, ma sono passati e noi siamo ancora qui a pensare all'11 settembre 2001, quando due aerei pilotati da bastardi islamici abbatterono le torri gemelle di New York. Quello che accadde lo abbiamo scolpito nella mente, immagini indelebili, a volte lame moria è eterna. Quando accadde la tragedia terroristica questo giornale, Libero, era in edicola soltanto da 12 mesi. Non eravamo preparati ad affrontare con mezzi adeguati una simile sciagura. Fu la tv a informarci sul tremendo accaduto. I redattori si riunirono in uno stanzino per decidere il da farsi.
Essi erano scioccati e non osavano parlare, non sapevano come reagire. Io neppure. Ma finsi di avere qualche idea, la più cretina fu la seguente: aspettiamo gli sviluppi. Intanto prepariamo la metà delle pagine per raccontare tutto il casino. Giunse l'ora di pranzo e mi recai a casa di una amica per pasteggiare. La tavola era apparecchiata, e la cameriera cominciò a servirci. Poca roba tanto per gradire. Sennonché la domestica era somala ed era stranamente di buon umore, addirittura festante. Allorché il piccolo schermo mostrò il secondo attacco alla seconda torre, abbattendola come fosse burro, io e l'amica che mi ospitava restammo di ghiaccio.
Atterriti e ammutoliti, l'unica frase che uscì dalle nostre bocche fu: figli di puttana, poco elegante ma significativa. Ciò che mi sorprese maggiormente fu la crescente euforia della africana. La quale vedendo il disastro manifestava felicità, i musulmani che mettevano in ginocchio gli Usa, la riempivano di gioia. E in quel momento compresi che Oriana Fallaci aveva ragione da vendere. I musulmani non solo sono nemici dell'Occidente e della sua cultura, lo vogliono fare a pezzi. Lo scontro di civiltà non è una ipotesi bensì una certezza. Essi ci odiano da secoli e sognano di mangiarci quali sardine. Alla fantesca non dissi una parola benché desiderassi prenderla a calci, e quando tornai a Libero avevo le idee chiare sul da farsi. Bisognava, a mio giudizio, cavalcare il pensiero fallaciano, cioè scrivere a tutto tondo che l'attentato era organizzato per mettere in ginocchio non soltanto gli Usa ma pure l'Europa che ospitava sul proprio territorio migliaia di tifosi di Allah, li coccolava, li manteneva ignara che essi avevano un piano: quello di distruggere.
La narratrice scrisse un paio di saggi per dimostrare che i maomettani volevano la nostra morte, e molti italiani polemizzarono con lei dicendo che sbagliava. Invece ella era nel giusto, tanto è vero che i suoi libri ebbero un successo strepitoso. I più belli e veri andati in libreria in quel funesto periodo. Il mio Libero di allora sposò appieno le teorie di Oriana, e uscimmo con edizioni forti sebbene la nostra iniziativa editoriale fosse agli esordi. La vicenda delle Torri non si esaurì presto. Le immagini del crollo furono riproposte per settimane, suscitando vibranti emozioni. Chiunque rimase scioccato dalla gente che per non bruciare viva si gettava dai grattacieli per disperazione.
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Mai si era assistito a uno scempio del genere. E anche il lavoro dei vigili del fuoco è rimasto impresso non solo negli americani ma persino nei cittadini del mondo intero. Solamente gli islamici hanno festeggiato la morte orrenda di 2000 maschi e femmine di New York. E questo la dice lunga sulla religione crudele di Allah. Concetti che non entrano in testa in Europa, tantomeno in Italia, dove chi critica la infibulazione delle donne, la loro sottomissione agli uomini prepotenti, viene maledetto. Anche adesso che l'Afghanistan vive ore terrificanti non c'è nessuno che capisca con chiarezza che i talebani sono spazzatura umana. La vicenda ebbe conseguenze belliche.
Gli statunitensi, animati da spirito di vendetta, dichiararono guerra all'Iraq nella convinzione che Saddam Hussein disponesse di armi di distruone di massa. Non era vero però il Paese fu raso al suolo e Saddam venne impiccato. Una vergogna. Non paghi di tale ingiustizia organizzarono l'invasione dell'Afghanistan persuasi che Bin Laden, il regista dell'eccidio vi risiedesse. Falso, costui fu molti anni dopo soppresso in Pakistan. Gli Usa commisero un errore dopo l'altro tuttavia tuttora pensano di aver agito bene. Durante l'occupazione dell'Iraq accaddero fatti stravaganti in quelle terre maledette.
Due ragazze italiane che soprannominai le Vispe Terese si recarono a Bagdad per portarvi la loro solidarietà. Non combatterono ma studiarono per affrontare la laurea. A un dato momento furono rapite dagli sgherri locali, i quali per rilasciarle ottennero un forte riscatto in denaro. Che lo Stato italiano pagò senza fiatare, suscitando le proteste dei nostri connazionali. Nel 2004 registrammo un'altra prodezza di un compatriota, Enzo Baldoni, che in estate decise di trascorrere le ferie in Medioriente forse per provare i brividi dell'avventura. Non appena arrivato alla meta fu trucidato secondo tradizione locale.
Vergai personalmente il titolo della brutta storia: Vacanze intelligenti. Il quale titolo giusto mi viene ancora oggi rimproverato per la sua crudeltà. Invece rifletteva un'aspra realtà. Più o meno nello stesso periodo una giornalista del Manifesto in cerca di emozioni forti, si trasferì in Iraq nella speranza di scovare chissà che cosa. Non scoprì un cavolo e fu rapita, anche in questo caso venne sborsata una bella cifra per liberarla, e nel viaggio che la riconduceva presso il contingente italiano, l'uomo che le aveva restituito la possibilità di rientrare nella società civile, un poliziotto di alto grado, Calipari, fu freddato con armi da fuoco. Noi di Libero raccogliemmo una somma importante grazie ai nostri lettori onde aiutare la famiglia, ma la vedova, poi divenuta parlamentare della sinistra, se ne guardò bene dal ringraziarci. Quella che vi ho offerto non è una storia esaltante, semplicemente è vera da cima a fondo, e dimostra che molti nostri connazionali sono pronti a simpatizzare per gli islamici, i quali aspirano ad annientarci