Alle origini del trionfo
Tokyo 2020, quanto pesa la gestione di Giovanni Malagò: la politica adesso lo ascolterà?
Al ritorno dal Giappone, Giovanni Malagò non avrà medaglie al collo, ma nessuno potrà togliergli la corona d'alloro dalla testa, quella del presidente del Coni più vincente della storia dei Giochi. L'aveva assicurato a Libero due settimane fa: «Faremo meglio di Rio». È andata in quel modo. Sul gradino più alto del podio azzurro ci vanno lui e la sua gestione, il movimento sportivo che ha preso in mano nel febbraio 2013 e che indirizzerà per il prossimo quadriennio, per il terzo e ultimo mandato.
Conteso dalla politica nella quale ha avuto l'intelligenza di non cascare (da destra a sinistra gli hanno chiesto più volte di fare il sindaco della sua Roma), trasversale ai vari governi ma mai avulso dalle manovre, vuoi per la capillare re tedi rapporti, vuoi perché con lui i conti vanno fatti sempre (vedi le scintille col leghista Giorgetti e il grillino Valente sulla riforma del Coni voluta dal governo gialloverde e non ancora digerita), Malagò non è uomo che sa accontentare tutti né ci prova, ma col bottino olimpico messo in valigia, Giunta e Consiglio Nazionale del Coni in programma a settembre saranno uno dei momenti chiave della sua avventura.
Oggi c'è la corsa dei politici e politicanti (nazionali e locali) a farsi belli grazie alle medaglie dei nostri atleti. È da loro, in primis dal governo di Roma, che Malagò passerà all'incasso: perché lo sconquasso economico e sociale che la pandemia ha portato nello sport invoca riforme e un concreto appoggio della politica. È inutile applaudire e mettere sui social i post col tricolore e poi lasciare gli atleti al loro destino.
Per capirci: il quartetto dell'Inseguimento (Ganna, La mon, Milan e Consonni) che ha preso l'oro con record del mondo fa base in quel Velodromo di Montichiari che ha riaperto solo lo scorso settembre perché per anni ci è piovuto dentro. Non essendoci altro posto al chiuso per allenarsi, le nazionali dovevano emigrare (pagando) in Svizzera. Anche questo Malagò ricorderà alla politica: dopo Tokyo lo ascolteranno di più?