riforma del fisco
Tasse, con la sinistra si rischiano i "balzelli green": toccherà a Draghi evitare le imboscate
Alla fine dovrà decidere tutto Draghi. Come sempre. Entro il 31 luglio il Parlamento deve varare la legge delega di riforma del fisco, tuttavia i partiti non hanno raggiunto un accordo sui punti più divisivi, ovvero flat tax e patrimoniale. Ieri sera le Commissione Finanze di Camera e Senato hanno approvato la bozza di riforma, che a prima vista sembra un compitino ma con un retrogusto pericoloso. Meno Irpef per il ceto medio, ovvero la fascia 28.000-55.000 euro. Poi abolizione dell'Irap, riduzione dell'Iva ordinaria, aumento della no -tax area, più rottamazioni fiscali... Ma come riequilibrare il calo delle entrate tributarie? Tagliando le detrazioni, ovvero i rimborsi che i contribuenti chiedono in fase di dichiarazione dei redditi. E introducendo le cosiddette tasse "green" sulla scia del nuovo diktat di Bruxelles.
Infine fatturazione elettronica per tutti e, dulcis in fundo, allineamento delle rendite finanziarie tutte al 26. Occhio... La discussione è stata lunga. A un certo punto, fortunatamente, è sparito l'emendamento che spingeva per l'incremento delle rendite catastali, il che avrebbe significato una maggiore tassazione sugli immobili. Anche perché, si leggeva nella bozza d'entrate, "l'incidenza delle imposte patrimoniali in Italia è superiore alla media Ue (2,4% del Pil contro il 2,2%) pertanto non vi è bisogno né di introdurre nuove imposte né di aumentare il gettito aggregato di quelle esistenti". Ma andiamo con ordine.
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IRPEF
Resta innanzitutto invariata la proposta che la struttura dell'Irpef vada sostanzialmente ridefinita, puntando soprattutto all'abbassamento dell'aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000; e alla modifica della dinamica delle aliquote marginali effettive, eliminando ledi scontinuità più brusche. "La modalità con cui raggiungere questi obiettivi si legge - è individuata preferenzialmente in un deciso intervento semplificatore sul combinato disposto di scaglioni, aliquote e detrazioni per tipologia di reddito, incluso l'assorbimento degli interventi del 2014 e del 2020 riguardanti il lavoro dipendente (ovvero il bonus Renzi e il bonus da 100 euro; Ndr)".
IRAP E IVA
Le Camere propongono che l'Irap sia cancellata e riassorbita nelle altre imposte "preservando la manovrabilità da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale". Le commissioni poi "ritengono opportuna una riduzione dell'aliquota ordinaria attualmente applicata" sull'Iva.
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RENDITE E MICROTASSE
Nel testo inserito anche l'accorpamento delle categorie "redditi da capitale" e "redditi diversi" in un'unica categoria "redditi finanziari", prevedendo contestualmente gli opportuni presidi per evitare elusioni attraverso la realizzazione strumentale di minusvalenze e l'applicazione alla previdenza complementare del modello che prevede l'esenzione dall'imposta sostitutiva sul risultato netto maturato. Stop infine alle microtasse: dal superbollo alla tassa di laurea, dalla maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, all'addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche.
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BALZELLI GREEN
Per quanto riguarda la fiscalità green, le commissioni, con una modifica finale sul documento, chiedono al governo un pacchetto di policy (???) che includa i seguenti interventi: il riordino, la semplificazione e la stabilizzazione delle misure per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici privati, al fine di fornire un quadro certo e chiaro alle famiglie e alle imprese, che comprenda la possibilità di cessione dei relativi crediti. E va bene... Ma si chiede anche una progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l'ambiente, da trasformare in incentivi per interventi di decarbonizzazione e riqualificazione ambientale, e un aumento del limite alla detraibilità dell'Iva (attualmente al 40%) per tutti i veicoli a basse emissioni. «Partendo da posizioni contrapposte abbiamo dimostrato che la politica è l'arte del possibile - ha spiegato l'onorevole azzurro, Sestino Giacomoni - e tutti noi abbiamo fatto tutto il possibile, ora la palla passa al governo». Insomma, tocca a Draghi vigilare che la sinistra non faccia imboscate.