Nomine

Giuseppe Provenzano vuole cacciare Puglisi e Stagnaro e intanto il Pd continua a piazzare i suoi uomini

Benedetta Vitetta

Quando sono in odore di nomine persone loro poco gradite e non allineate subito si scatenano e alzano enormi polveroni ostacolando in ogni modo l'incaricato di turno, ma poi sono loro i primi - gli esponenti di Pd e della sinistra tutta - a cercare di inserire i loro "pezzi da novanta" dentro i gangli del potere. E solitamente riescono a fare tutto ciò facendolo passare quasi sotto silenzio.

C'è poco da stupirsi quindi della reazione poco composta avuta ieri dal vicesegretario Pd, Giuseppe Provenzano, per l'arrivo di nuovi consiglieri a Palazzo Chigi. «A coordinare e valutare la politica economica nella più grande stagione di investimenti pubblici è opportuno chiamare degli ultras liberisti? Una vita a infamare la spesa pubblica su Twitter, e poi? Ma aggiornare, se non le letture, le rubriche di alcuni consiglieri a Chigi?» ha cinguettato il dem. A fargli eco a distanza di poco ecco Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: «Non poteva essere altrimenti: il governo dei migliori non poteva avere altro che dei consulenti ultra liberisti e nemici dell'intervento pubblico in economia a Palazzo Chigi. Un'altra scelta sbagliata». Le persone incriminate sono: Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro, economisti di stampo liberista che faranno parte del Nucleo tecnico peril coordinamento della politica economica, istituito da Palazzo Chigi. Una struttura già esistente del Dipartimento della programmazione economica (Dipe, quello che potrebbe essere definito il "nuovo" Cipe) che svolge funzioni di supporto tecnico all'attività di coordinamento del premier in materia economico- finanziaria. Ma analizzando i singoli salta subito all'occhio il nome del capo dipartimento del Dipe, Marco Leonardi, ordinario di Economia alla Statale di Milano, che tutto è tranne che un ultras liberista. Leonardi semmai è considerato un tecnico di area progressista visto che è stato consigliere economico dell'ex premier Paolo Gentiloni, nonché pilastro del Mef ai tempi di Roberto Gualtieri.

Ma i dem lanciano strali soprattutto nei confronti dei liberisti Stagnaro e Puglisi. Il primo è direttore ricerche e studi dell'Istituto Bruno Leoni e ha ricoperto diversi incarichi nel Mise durante i Governi Renzi e Gentiloni. Associato all'Università di Pavia, Puglisi è invece da tempo molto critico con il centrosinistra e anche con l'ex governo giallorosso di Conte. Due anni fa ha aderito all'associazione fondata da Mara Carfagna, Forza Italia, oggi ministro per il Sud nel governo Draghi. Oltre a loro ci sono Carlo Cambini,ordinario di Economia applicata al Politecnico di Torino ed ex capo economista dell'Autorità di regolazione dei trasporti; Francesco Filippucci, oggi ri cercatore a Parigi e membro del think thank economico Tortuga che vanta una collaborazione nel dipartimento economico del Pd di Renzi; e poi Marco Percoco, che insegna Valutazione delle infrastrutture di Trasporto alla Bocconi dove dirige il Centro di ricerca "Green" ed è stato consulente sulle tematiche dello sviluppo locale e dell'economia delle infrastrutture dela Cohen&Co. di cui è senior advisor, per il Ministero della Coesione Territoriale, Regione Basilicata, Regione Lombardia, Regione Liguria, Infrastrutture Lombarde-BreBeMi. E che dire, invece, di Stefano Corsi ni, con un passato nel Dipe, di presidente dell'Autorità Portuale di Livorno (indagato per abuso d'ufficio) e ora Presidente dell'Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale e del pressing che il sottosegretario Bruno Tabacci, sta facendo nei confronti del "fraterno amico" Bruno Rota con un passato in Atm, Serravalle ed Atac e che potrebbe diventare responsabile di pedaggi di strade e autostrade. Che dire dei loro conflitti d'interessi e del fatto che siano un po' tanto di sinistra?