Ora basta

Francesco Figliuolo, lo sfogo di Pietro Senaldi: "I vigliacchi che sfregiano chi ci ha salvato"

Pietro Senaldi

La morte di Camilla dopo l'iniezione di Astrazeneca ha scatenato uno squallido scaricabarile in merito alle responsabilità del decesso. Il ministro Speranza accu- sa i suoi esperti e i governatori, i quali si difendono sparando a casaccio. Camilla era ligure e pertanto è finito sul banco degli imputati anche il presidente Toti. L'organizzatore della giornata di profilassi libera per i giovanissimi che è costata la vita alla ragazza ha pubblicato il documento con il quale il commissario Figliuolo autorizzava la vaccinazione dei diciottenni con Astrazeneca e il generale è stato costretto a difendersi in conferenza stampa. Siamo alla follia. Riusciamo a processare l'uomo che ci ha salvato.

 

 

Figliuolo non è un medico e neppure un politico. È un militare esperto di logistica. È stato chiamato per immunizzare la popolazione e lo sta facendo a passo di carica. Non sceglie lui i vaccini né stabilisce chi deve riceverli. Il ruolo gli impone di firmare alcune carte e lui, da bravo soldato, lo fa dopo aver ascoltato il parere del governo e dei suoi esperti in materia. Non gli competono le decisioni mediche né quelle politiche. Se disobbedisse, sarebbe un disertore e non un generale. I vedovi dell'esecutivo giallorosso che ora vogliono addossargli qualche responsabilità sulla fine della diciottenne di Sestri Levante sono degli sciacalli.

 

 

Camilla è morta perché sui vaccini si è fatta troppa confusione. Chi accusa l'Alpino, contribuisce ad aumentarla e si prenota una responsabilità nella prossima disgrazia. Ieri il Comitato Tecnico Scientifico ha vietato la somministrazione del vaccino Astrazeneca a chi ha meno di sessant' anni. Alla buon'ora. Il ministro Speranza e i suoi esperti hanno capito con quattro mesi di ritardo quello che i cittadini più avveduti avevano intuito subito. Resta la responsabilità di chi ha sollecitato vaccinazioni di massa per ventenni senza curarsi delle conseguenze. E questa è tutta del ministero della Salute e dei suoi medici. Non certo di chi ha reso possibile l'immunizzazione collettiva o ha truccato l'invito alla profilassi come un invito in discoteca. Non toccate l'Alpino Figliuolo. Ha lavorato come un mulo per scalare la montagna di incompetenza che ha trovato, ha offerto il petto per coprire responsabilità altrui. L'unica cosa che non poteva farci, era vaccinarci da Speranza e dal Cts; dei quali, come noi, è vittima.