Barbatrucchi
Paolo Becchi e Gervasoni perquisito per i post contro Mattarella: "Usano una legge nata con il fascismo"
Undici persone sono state perquisite per aver offeso l'onore e il prestigio del capo dello Stato. Come oggi sottolinea Libero nella sua edizione cartacea, si tratta di azioni probabilmente avvenute soprattutto sui Social media. Insomma, pare sia vietato criticare Mattarella, a tal punto che persino un professore universitario editorialista de Il Giornale, Marco Gervasoni, professore ordinario all'Università del Molise, è attualmente indagato. La reazione di Becchi non si è fatta attendere. Il professore ha preso posizione questa mattina ripetutamente su Twitter, non solo manifestando la sua solidarietà nei confronti del collega indagato, ma cercando di chiarire giuridicamente le basi su cui si regge l'accusa mossa a Gervasoni e agli altri indagati. Certo serviva sbattere in prima pagina, il mostro accusato di praticare ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista ecc. ecc. Quando in questo caso, non c'entra proprio niente l'estrema destra, né la vocazione sovranista, ma soltanto la libertà di pensiero.
Il professore scrive: "Dopo quello che sta avvenendo in questi giorni non sarebbe il caso di abrogare l’art. 278 del codice penale che punisce il reato di vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica? Si domanda il professore, lanciando al contempo l'hashtag #novilipendio. Il Tweet ha subito un notevole riscontro e tuttavia il professore decide di spiegare di cosa si tratta, forse perché immagina che sia necessario farlo e ci ricorda, in un Tweet successivo, che in realtà quell'articolo 278 del codice penale è inserito all'interno del codice Rocco, che risale agli anni Trenta, dunque in pieno fascismo.
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"Ricordo che il reato di cui stiamo parlando è contenuto all'interno del codice Rocco, che risale agli anni Trenta del secolo scorso. 'Ripescare' oggi questi reati, quando i cittadini sono già limitati nei loro movimenti, e in altri diritti fondamentali, non è un bel segnale" accusa Becchi in un secondo Tweet. Il tema della giustizia è al centro dell'attenzione, ma viene utilizzato, come ha ribadito il professore su un recente articolo su Libero, soltanto per portare Marta Cartabia al Quirinale. Ci sarebbe invece moltissimo da fare sulla giustizia e sicuramente sarebbe necessario un nuovo codice penale, ma in attesa di questo, ci vorrebbe almeno l'abrograzione di alcuni articoli chiaramente d'ispirazione fascista.