Toghe rosse
Open Arms, Paolo Becchi: "Mossa dei magistrati per tenere sotto ricatto Matteo Salvini. Come fu con Berlusconi"
A metà settembre inizierà il processo a Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio. La vicenda è quella di Open Arms, la Ong battente bandiera spagnola alla quale l'allora ministro dell'Interno impedì di attraccare a Lampedusa nell'agosto del 2019 con 147 migranti, tenuti a bordo per 19 giorni. Prima della Open Arms c'erano stati i casi analoghi di Diciotti e Gregoretti. Nel primo caso il Senato non concesse l'autorizzazione a procedere (maggioranza giallo-verde), mentre per Gregoretti e Open Arms l'autorizzazione fu concessa dalla maggioranza giallo-rossa. Per Gregoretti la procura di Catania ha chiesto il «non luogo a procedere», per Open Arms la procura di Palermo ha invece richiesto il rinvio a giudizio. Il processo, sia in primo grado che eventualmente in appello, si farà a Palermo.
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Trionfa il "sistema Palamara". Nonostante ciò che l'ex presidente dell'Anm ha denunciato nel suo libro, una certa parte della magistratura va avanti lo stesso come se quello scandalo non fosse mai venuto allo scoperto. Nei messaggi tra Luca Palamara e Luigi Patronaggio (il pm di Agrigento che avviò le indagini), l'ex membro del Csm scriveva al procuratore: «Carissimo Luigi, ti chiamerà anche Legnini, siamo tutti con te», e poi in un messaggio a Paolo Auriemma, capo della procura di Viterbo che aveva preso le difese di Salvini, Palamara rispondeva: «Hai ragione. Ma adesso bisogna attaccarlo». Ma c'è di più: a capo della procura di Palermo che ha chiesto il rinvio a giudizio di Salvini c'è Francesco Lo Voi, a cui Palamara nel suo libro dedica attenzione. Dopo la nomina di Lo Voi a capo della procura palermitana, oltre ad essere sorpreso perché «non è abbastanza titolato», Palamara riferisce che il consigliere del Csm Nicola Clivio ebbe a dire sulla sua nomina: "Signori, sono venuto a Roma per vedere come funziona il potere. Non avrei mai detto che Lo Voi, che ha molti meno titoli degli altri, potesse vincere la sfida di Palermo. Oggi l'ho capito come funziona il potere e sono rimasto sconvolto". Ecco chi giudicherà Salvini.
DA BETTINO A SILVIO
Ieri contro Craxi e Berlusconi, oggi contro Salvini. Il processo di Palermo è uno strumento che i suoi nemici utilizzeranno per tenerlo sotto ricatto. Il dibattimento in primo grado, tra rinvii e testimoni da sentire, è destinato a durare nel tempo e probabilmente il leader del Carroccio si troverà sotto processo proprio nel bel mezzo della prossima campagna elettorale per le politiche. Senza escludere che la sentenza di primo grado potrebbe arrivare poche settimane prima del voto. Esattamente come accadde a Berlusconi nell'ottobre 2012, condannato in Appello quattro mesi prima delle Politiche, addirittura con la lettura delle motivazioni in aula per ridurre drasticamente i termini per il ricorso in Cassazione.
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LA LEGGE SEVERINO
Far fare a Salvini la stessa fine di Berlusconi, è questo il sogno della sinistra che fa lotta politica attraverso una parte della magistratura a lei vicina. Berlusconi ha subìto ( e continua a subire) in vent' anni decine di processi e la sua credibilità internazionale è stata compromessa quando la procura di Milano lo indagò per la vicenda Ruby, stesso obiettivo che oggi la magistratura si propone - favorendo i nemici politici di Salvini - indagando e processando l'ex ministro dell'Interno per "sequestro di persona". Come farà il segretario della Lega a godere di credito internazionale se su di lui pesa un processo per sequestro di persona? La sinistra questo voleva e questo ha ottenuto, un bel processo politico utile a screditare il rivale più forte. La legge Severino, quella sulla incandidabilità, si applica ai membri del Parlamento solo quando la pena è superiore a due anni (Salvini ne rischia 15) ma solo dopo che la sentenza di condanna è passata in giudicato, cioè quando non ci sono più mezzi d'impugnazione da proporre (diversamente da quanto accade per sindaci e consiglieri comunali). Non crediamo pertanto che Salvini possa risultare incandidabile per le prossime elezioni, ma crediamo invece che la sinistra - tramite i magistrati del "sistema Palamara" - tenterà in tutti i modi di screditare il leader della Lega agli occhi del mondo intero, in modo da impedirgli di andare comunque a Palazzo Chigi. Come può diventare presidente del Consiglio chi è accusato di "sequestro di persona"?
Valuti Salvini se sia ancora il caso di farsi logorare in un governo in cui ci sono partiti che, con quella magistratura che lo dovrà giudicare, ci faranno la campagna elettorale contro di lui. Draghi sostenendo Speranza sostiene in realtà, forse neppure senza saperlo, il vero artefice di tutto questa operazione contro Salvini: Massimo D'Alema. Apra gli occhi Draghi e non si presti a questo gioco sporco. Salvini gli ha dato fiducia nell'interesse del paese, Draghi si liberi quanto prima di Speranza. A finire sotto processo ci dovrebbe essere proprio quest' ultimo e per reati penali gravissimi.