Capolinea?

Paolo Becchi, il consiglio a Mario Draghi: "Perché deve pretendere le dimissioni di Roberto Speranza"

L'Italia riversa ormai in un clima caotico e confuso e Mario Draghi sembra aver perso il bandolo della matassa. Intervistato da lospecialegiornale.it, il professor Paolo Becchi ha espresso il suo parare sull'attuale situazione dell'Italia: "Come si può definire migliore un governo che ha al suo interno lo stesso ministro della Salute che c’era prima? Sono rimasto sconcertato nel sentire Draghi dichiarare di aver scelto personalmente Speranza e di averlo voluto nella sua squadra. Politicamente Speranza ha fallito su tutta la linea e le proteste di piazza che stiamo vedendo in questi giorni ne sono la prova. Finora la tensione sociale è stata abbastanza circoscritta e contenuta ma adesso la disperazione è tanta e non si può liquidare tutto limitandosi a condannare le violenze come stanno facendo le forze politiche. Quando si è perso il lavoro, non si ha di che vivere, non si hanno prospettive per il futuro, come si può pretendere che la gente resti calma?".

 

 

"Il Paese è spaccato in due fra chi è garantito dallo stipendio mensile e chi invece non ha alcuna tutela, fra chi può permettersi di stare comodamente seduto in casa sul divano perché tanto i soldi li ha comunque, e chi invece se non lavora non può permettersi neanche di mangiare. Attenzione però, perché qui non c’è soltanto una crisi economica ma c’è soprattutto una gestione disastrosa sul piano sanitario che ha provocato come conseguenza diretta anche un’emergenza sociale ed economica. Quindi se non si mette mano al problema sanitario, non si potranno neanche dare risposte sul piano economico" spiega il professore di Genova e aggiunge "alla gente si sta impedendo di lavorare in nome di un presunto diritto alla salute che viene spacciato come prioritario. Ma non si può far gestire l’emergenza sanitaria a chi, con le sue scelte politiche, ha aggravato la situazione aggiungendo alla crisi sanitaria anche quella economica".

 

 

Proprio i recenti scandali intorno alla figura di Roberto Speranza stanno scuotendo Palazzo Chigi: "Grave che il premier Draghi si assuma la responsabilità della riconferma di Speranza nel momento in cui sta divampando lo scandalo relativo al piano pandemico e ci si trova a dover gestire un campo minato come quello delle vaccinazioni che a mio giudizio rappresenta proprio il principale fallimento politico del ministro. Dalle polemiche relative ad AstraZeneca al caos sulle fasce d’età. Prima si è detto che la priorità andava data agli insegnanti, poi Draghi ha fatto retromarcia e ha detto che prima vengono gli anziani. E gli insegnanti che hanno ricevuto la prima dose che fine faranno? Quando saranno richiamati? Il premier ha detto che è assurdo vaccinare gente di 35 anni. Giusto, ma allora perché non mandare a casa chi ha reso possibile tutto questo?" si domanda Becchi.

 

 

"Mi chiedo come sia possibile che in Parlamento nessuno si sia alzato in piedi per chiedere le dimissioni di Speranza" prosegue il professore "Per giunta espressione di un partito quasi inesistente dal punto di vista numerico, tanto in Parlamento che nel Paese. Capisco che ci troviamo di fronte un governo di unità nazionale, ma ciò non impedisce ai parlamentari di presentare interrogazioni e chiedere i dovuti chiarimenti. Credo che le forze politiche dovrebbero pretendere chiarezza in merito alle notizie inerenti le vicende dell’Oms e del piano pandemico, dove stando alle inchieste risulterebbero coinvolti anche stretti collaboratori del ministro". "Draghi dovrebbe pretendere le dimissioni del ministro della Salute perché soltanto così si può trasmettere ai cittadini la certezza che si sta cambiando direzione di marcia" consiglia Paolo Becchi.