Dito puntato

Vittorio Feltri durissimo contro Enrico Letta: "Un chierichetto le cui idee fanno ridere anche i compagni"

Vittorio Feltri

Enrico Letta, nuovo segretario del Partito Democratico, è persona civile eppure non capisco che impresa ci si aspetti da lui. Non certo una rivoluzione e nemmeno qualche riforma, cose che non fanno parte del suo repertorio di uomo mite e un po' stralunato. È sufficiente pensare che - poverino - non appena giunto al Nazareno si è lanciato in due proposte capaci di suscitare l'ilarità dei compagni: lo ius soli, totalmente noioso, il voto ai sedicenni, i quali non riusciamo a mandare neanche a scuola, figuriamoci al seggio di cui molti ragazzi ignorano l'esistenza. Non bastassero queste sue idee balzane, il novello leader ne ha sfornata una terza, la più cretina: largo alle donne, come se fosse il genere a contare anziché la capacità. Sappiamo tutti che le signore non hanno nulla da invidiare, sul piano dell'intelligenza, ai signori.

 

 

Tuttavia se si tratta di scegliere un politico di spicco non ci si può focalizzare sul sesso bensì sarebbe più opportuno soffermarsi sulla competenza. Giusto che la dottoressa Marta Cartabia sia diventata ministro della Giustizia, dato che la sua preparazione giuridica è fuori discussione, essendo stata tra l'altro presidente della Corte Costituzionale, ma per quale motivo Debora Serracchiani merita di occupare un posto apicale? Questo andrebbe spiegato alla base. Invece Letta non argomenta, si limita a declamare. Fa il femminista per posa, segue pedestremente la moda, si adegua al più trito conformismo convinto di sedurre gli elettori prendendoli in giro. Enrico è persuaso di riuscire a condizionare il pensiero degli italiani portandoli nella sua parrocchietta che ha al vertice Romano Prodi, per il quale sogna la cattedra di Presidente della Repubblica. 

 

 

Cosa possibile però improbabile, considerata la concorrenza di Draghi e di molti altri sognatori a occhi semiaperti. Il progetto Letta è smutandato: rimettere in azione il vecchio Ulivo e ripristinare la maggioranza che si oppose, a volte con successo, al centrodestra berlusconiano. Egli ignora che in politica le minestre riscaldate sono indigeste, difficile spacciarle per inedite, come abbiamo imparato dai tempi del centrosinistra. Qualora il nipotino di Gianni si fosse messo in testa di rifondare il Pd e di conquistare la maggioranza con i ruderi del passato sbaglierebbe di grosso. Se il mondo è cambiato, ovvio siano mutati anche gli umori popolari e non soltanto quelli. Il Covid poi ha stravolto i costumi nazionali e le categorie politiche vanno aggiornate altrimenti sará un disastro e seguiteremo a sbandare come sta accadendo in questi giorni. Attualmente i cittadini sono sordi alle chiacchiere del Palazzo, sono preoccupati per la loro salute e per il lavoro che non riescono a svolgere liberamente. E detestano i soloni che li obbligano a vivere reclusi. Il resto è fuffa.